Alla fine sembra che il referendum sulla modifica della Costituzione che taglia il numero dei parlamentari italiani si farà: dopo qualche defezione dell’ultima ora infatti il comitato promotore che si oppone alla norma che riduce di un terzo il numero dei parlamentari in Italia, sostenuto dalla Fondazione Einaudi, è riuscito a raccogliere le 64 firme necessarie a proporre un referendum confermativo.
L'articolo 138 della Costituzione italiana prevede infatti che, qualora la riforma non sia stata approvata con una maggioranza di due terzi alla seconda votazione, 500 mila elettori, 5 Consigli regionali o un quinto di una delle due Camere possano chiedere il referendum, che non prevede alcun quorum di validità.
Il numero di firme in gran parte provenienti dal gruppo di Forza Italia, ma anche da esponenti dei 5 Stelle, Lega, del gruppo misto, di Italia viva, e del Pd, era già stato raggiunto a dicembre ma alcune defezioni da parte di un senatore dei 5 stelle, e due del Pd, avevano rimesso tutto in discussione. Le firme mancanti sono però state trovate rapidamente, il termine scadeva lunedì, anche grazie al soccorso di alcuni esponenti della Lega, andando oltre le 64 sottoscrizioni richieste, e consentendo la presentazione in Cassazione.
Per i promotori la riforma provocherebbe una riduzione della rappresentatività, soprattutto per le regioni più piccole, mentre il Movimento 5 Stelle ricorda che il taglio farebbe risparmiare milioni di euro.
Dopo il via libera della Corte il governo avrà due mesi di tempo per indire il referendum.
Alessandro Martegani