Un’affluenza alta, un grande risultato soprattutto della Lega nel centrodestra, il Pd che tiene e i 5 Stelle che vanno a Fondo. È una sintesi corretta Del Campo?
“Assolutamente sì: devo dire che non c'è praticamente alcuna meraviglia rispetto a questo risultato, salvo l'ampiezza del distacco tra il centro-destra e questa alleanza giallorossa, così come viene raccontata. Va anche ricordato però che l'Umbria non è più “rossa” da parecchio tempo, perché sul territorio, a Perugia e in tanti altri comuni, il centro-destra aveva già vinto da tempo. Diciamo che è una conferma di un arretramento rispetto a quella che era una tradizione che sembrava consolidata all'infinito, ma d’infinito in politica, per fortuna anche, non c'è nulla.”
Secondo lei è già la fine dell' Alleanza Pd - 5 Stelle? Questo voto può avere delle conseguenze sul governo italiano?
“Diciamo che è un'incognita: l'alleanza era nata ‘obtorto collo’ per paura, perché c'era il rischio di nuove elezioni, con un vantaggio che sembrava, e che, sembrerebbe, continua ad essere incolmabile rispetto a Salvini e al centro-destra: ora bisogna vedere se le diffidenze, le riottosità e i veleni che saranno stati accumulati tra 5 Stelle e Pd si riescono in qualche modo a superare ancora una volta per paura, oppure se c'è questo ‘cupio dissolvi’, questa tendenza a dire ‘succeda quello che succeda’”.
“Certo è che sarebbe proprio un fallimento di un pezzo di classe dirigente governativa. Appare evidente, soprattutto da parte dei 5 Stelle, e ancora di più da parte di Di Maio, una diffidenza, un fastidio nei confronti del nuovo alleato. Mentre nei confronti della Lega precedentemente c'era stato un rapporto che via via era diventato quasi fraterno, amichevole, di vicinanza, di rapporti anche personali, in questo caso invece sono rimasti estremamente lontani. Gli obiettivi che questo governo si è dato rimangono tutti quanti intatti, importanti, anche faticosi da raggiungere, ma è evidente la strategia di Salvini di andare a demolire il sostegno, parlamentare più che ne territoriale, che ha questo governo partendo da questa regione, un’area simbolica importante se pur piccola”.
Un voto fra l’altro contraddistinto da un’affluenza alta…
“Direi che l'affluenza è uno dei dati più importanti: il fatto che sia cresciuta in questi termini, che ci sia questo risultato così così solido, è stata una bella prova di democrazia, perché vuol dire che i cittadini sono andati e hanno voluto andare a votare per esprimere il proprio il proprio parere, il proprio giudizio, e la propria decisione”.
E ora?
“Per il futuro del governo vedremo, ma io credo che la cosa più importante che invece andrebbe fatta, fra le forze che governavano l’Umbria, è una analisi seria e approfondita dei perché si è arrivati a questo, e il perché è un perché che viene da lontano, si sono distratti: la distrazione, la lontananza, direi forse anche l'arroganza di una certa nomenclatura che si pensa eterna, e invece per fortuna non lo è. Una classe dirigente rappresentata dalla Presidente Catiuscia Marini: Catiuscia non è un nome banale, evidentemente è stato dato da suo padre, la catiuscia era un razzo potentissimo, usato dall'Armata rossa per fermare le truppe corazzate tedesche durante l'invasione dell'Unione Sovietica, e quindi (l’inchiesta che ha determinato la caduta della precedente amministrazione n.d.r.) rappresenta un tradimento di una tradizione che doveva fondarsi sulla qualità, sull'equità, e sul merito, invece questa signora pensava bene di telefonare a dei suoi amici per favorire i suoi candidati rispetto a quelli che se lo meritavano: è veramente un tradimento che è stato pagato duramente, e direi anche giustamente.”
Alessandro Martegani