“Un errore mio, da papà”: le immagini del figlio sedicenne di Matteo Salvini che si diverte su una moto d’acqua della Polizia, condotta da un agente, hanno fatto immediatamente il giro del paese.
Tutto è avvenuto durante una giornata al mare a Milano marittima: il figlio del ministro dell'Interno è stato ripreso da un collaboratore del quotidiano la Repubblica mentre faceva un giro a bordo di una moto d'acqua della Polizia insieme a un agente.
La questura di Ravenna ha avviato accertamenti per verificare l'eventuale uso improprio di un mezzo della Polizia, il reato ipotizzato è peculato, il video è stato uno dei più visionati sui social in Italia, ma la vicenda è diventata un caso soprattutto a livello politico, anche perché dei poliziotti avrebbero più volte cercato d’impedire le riprese del giro in acquascooter.
"Mio figlio sulla moto d'acqua della Polizia – si è affrettato a dire Salvini - è un errore mio da papà, nessuna responsabilità va data ai poliziotti, che anzi ringrazio perché ogni giorno rischiano la vita per il nostro Paese".
L’ammissione di responsabilità non è però bastata: "I mezzi della Polizia – ha detto il capogruppo del Pd alla Camera Emanuele Fiano - servono per garantire la nostra sicurezza, non per far divertire la famiglia del Salvini di turno, e i poliziotti - ha aggiunto - non possono essere messi in difficoltà dalla deferenza verso il Ministro con rischi per loro e per il ragazzo".
“Tra i tanti danni finora compiuti, - ha aggiunto, il vicesegretario di Più Europa, Piercamillo Falasca - c'è la beffa della moto d'acqua della Polizia usata per divertimento dal figlio. Dopo il Trota - conclude - continua la saga dei figli dei segretari della Lega che imbarazzano l'Italia”.
C’è però anche chi, come il ministro della giustizia ed esponente dei 5 Stelle, Alfonso Bonafede, ha preso le difese del ministro dell’interno: “La questura sta facendo verifiche. Mi spiace perché i poliziotti sono stati messi in difficoltà in quella situazione. I giornalisti hanno fatto il loro lavoro, ma credo – ha concluso - che gli italiani perdano il sonno per altro".
Alessandro Martegani