Un oggetto atteso, che non ha mai mancato di avere successo, ma che quest’anno è andato letteralmente a ruba: non si tratta dell’album dei calciatori, né dell’edizione speciale di un giornale, ma del calendario di Mussolini.
L’immagine del Duce in uniforme fascista, accanto alla frase “Memento Audere Semper” (erroneamente attribuita a Mussolini ma coniata da d’Annunzio) è stampata sulla copertina del calendario edito da "Ferlandia Predappio", azienda specializzata in ogni sorta di oggetto a tema ventennio, che sorge nel comune forlivese dove nacque Mussolini, meta di discussi pellegrinaggi alla tomba del Duce,
Il calendario, acquistabile per pochi euro sul sito dell’azienda, accanto a una serie pressoché infinita d'indumenti, gadget e stemmi, tutti in tema, riporta giorno per giorno foto, date e opere del fascismo, e quest’anno è andato letteralmente a ruba. I titolari dell’azienda, già al centro di polemiche in passato, non hanno commentato, e il sindaco di Predappio Roberto Canali, ha ricordato che quello realizzato nel paese natale del Duce non è l’unico calendario dedicato a Mussolini o ad altri personaggi discussi della storia: ce ne sono almeno quattro edizioni ogni anno in Italia, distribuite anche nelle edicole. “Le autorità competenti – ha detto - sempre attente su questa tematica, vigilano e vigileranno per valutare eventuali reati”.
Al di là del fatto se sia lecito o meno vendere gadget fascisti, (in Italia è vietata l’apologia di fascismo così come ogni attività che prefiguri la ricostituzione del partito fondato da Mussolini), colpisce il fatto che oggetti come questi vengano prenotati, acquistati e venduti fino all’ultima copia. Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, sottolinea come ormai “non si comprenda la responsabilità del fascismo in Italia”.
Il pericolo non sarebbe tanto la reale ricostituzione del partito, quanto l’immagine, che si va diffondendo, del fascismo come un periodo come un altro della storia italiana, dimenticando le leggi razziali, le deportazioni di avversari politici e dissidenti, la guerra di aggressione, le negazioni delle libertà fondamentali, il tutto accompagnato da falsi miti come i treni in orario, le bonifiche, le case agli italiani o l’invenzione delle pensioni (l’Inps ad esempio è stata fondata nel 1898, quando Mussolini aveva 15 anni, ed era ampiamente operativa prima del ventennio, quando il regime aggiunse solo una “f” alla sigla diventata "Infps").
Come se non bastasse, il caso del calendario ha anche passato i confini nazionali: ne ha parlato perfino il quotidiano britannico “The Guardian”, che ha puntato il dito contro la destra populista italiana, che cercherebbe di scardinare i valori antifascisti del paese. “Le marce organizzate da gruppi neofascisti come Forza Nuova e Casapound sono diventate un evento normale” dice il giornale, chiamando in causa anche Fratelli d’Italia e la Lega, che alimenterebbero nel paese “il fascino dell’uomo forte”.
Gad Lerner, giornalista e scrittore italiano, ha anche ricordato come perfino Bruno Vespa, conduttore di “Porta a porta”, uno dei volti della tv italiana, abbia scritto un libro dal titolo “Perché l'Italia amò Mussolini”, presentandolo poi proprio accanto a Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
Alessandro Martegani