La pandemia del nuovo coronavirus lascerà senza dubbio una profonda traccia in tutto il genere umano, negli adulti e nei bambini. Lascerà un segno indelebile nel nostro modo di essere e di proporci. Verosimilmente ha dato importanza anche al linguaggio che usiamo e al comportamento che teniamo per favorire il gusto di stare insieme.

Alcuni sì altri meno in queste settimane hanno capito la portata distruttiva dell'epidemia di Covid-19. Pareva un nemico lontano, confinato in un Paese a migliaia di chilometri di distanza, ben presto, però ci siamo accorti che questo demone, insidioso e spietato, stava già stravolgendo le esistenze e la vita alle nostre latitudini. Per contrastarlo ci siamo barricati in casa, ci siamo isolati ma abbiamo compreso i valori della convivenza tra le quattro mura domestiche? Il coronavirus ci ha obbligato all'isolamento, ci ha privato della libertà e di certezze. Ci ha costretto a frugarci dentro, a volte con smarrimento altre facendoci scoprire un'energia che non sapevamo di possedere. In casa, mogli, mariti, figli, si sono trovati ad affrontare una nuova realtà, uno stare insieme diverso da come lo avevano vissuto sino a poco tempo fa. Nessuna o poche uscite per l'acquisto di generi di prima necessità, niente lavoro per molti, niente abbracci con amici, niente scuole e maestre per i ragazzini - anche se dopo l'entusiasmo iniziale, hanno imparato ad apprezzarne l'importanza. Sono situazioni che generano nervosismo, frustrazione, che nel caso di adolescenti innesca scontri generazionali. La propria abitazione diventa una barca in mezzo al mare in burrasca, ed è sufficiente un solo colpo di remi sbagliato da parte di uno dei membri dell'equipaggio e la barca vacilla e può anche affondare. Convivere dunque non è facile, ma come tra gli eventi atmosferici, il temporale, i lampi e i tuoni e la tempesta, assomiglia alla rabbia. Non possiamo farne a meno. Dobbiamo imparare anche a litigare è il presupposto per una relazione sana. Solo se sappiano lasciarci andare alla collera, possiamo crescere e trovare poi l'equilibrio, la pace interiore. Il punto di ripartenza per ogni nuova intesa è il rispetto reciproco.

Ognuno, pur in mezzo a tanti difetti, ha tante buone qualità ed ha la possibilità di diventare sempre migliore. E’ necessario pertanto comprendersi, ossia conoscere i limiti di ciascuno. A volte dietro certe reazioni improvvise si cela qualche cosa che a noi sfugge, per cui non alimentiamo sospetti, non giudichiamo subito chi ci sta di fronte. Nessuno è perfetto. Chi ritiene di essere indispensabile e superiore a tutti sbaglia. Dobbiamo quindi osservare e apprezzare ciò che ci unisce e non ciò che ci divide. Ci vuole flessibilità e capacità di adattamento alle varie situazioni. D’altronde la vita stessa è una palestra continua.

Corrado Cimador

Foto: Reuters
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