Una parola, Pandemia, che non va usata in modo leggero, come sottolineato dal Direttore Generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ieri ha annunciato la sua dichiarazione per quanto riguarda la diffusione del nuovo Coronavirus.
Un'etichetta riservata solo alle malattie infettive che minacciano la salute di molte persone in tutto il mondo contemporaneamente, e che quindi hanno superato la soglia minima della fase 1, con la trasmissione da animale a uomo, fino a raggiungere la fase 6 con il passaggio da uomo a uomo a livello globale.
Un’infezione virale può essere dichiarata pandemia, inoltre, se a causarla è un agente patogeno decisamente diverso da tutti i ceppi circolanti fino a quel momento, nei confronti del quale, quindi, gli esseri umani dimostrano poca o nessuna immunità. Per questi motivi si è deciso di ridefinire il COVID19 pandemia, superando la dichiarazione precedente di emergenza globale.
A livello pratico la dichiarazione di stato di Pandemia significa che gli stati devono iniziare a lavorare in modo coordinato per limitare il contagio, scambiandosi informazioni e know how. Inoltre l’OMS potrebbe chiedere a singoli Paesi di fermare determinate attività, come ad esempio il trasporto su terra, ma senza alcun obbligo.
In realtà sembra che l’idea alla base del progetto dell’OMS è quella di restringere pian piano i blocchi all’avvicinarsi progressivo verso il centro dell’epidemia in questione.