A determinare questo impatto impietoso sugli anni di vita perduti è stato un gruppo di ricercatori del Center for Research in Health and Economics dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona in Spagna che ha lavorato in stretto contatto con colleghi tedeschi, statunitensi e inglesi. Gli scienziati, che hanno pubblicato la ricerca sulla rivista Scientific Reports, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati di oltre 1,2 milioni di decessi verificatisi in 81 Paesi, tenendo presente l'aspettativa di vita per ciascuno di essi e le indicazioni sui decessi totali provocati dal coronavirus SARS-CoV-2. Incrociando tutti i dati è risultata una perdita complessiva di anni pari a oltre 20,5 milioni, circa 16 anni per ogni singolo decesso. Gli anni di vita perduti - Years of Life Lost - YLL rappresenta la differenza tra l'età di un individuo quando muore e l'aspettativa di vita che aveva. In parole semplici, la pandemia di COVID-19 ha provocato una vera e propria ondata di morti premature, considerando i milioni di anni perduti. Il periodo preso in esame da questo studio è compreso dall'inizio della pandemia al 6 gennaio 2021. Del totale di anni di vita persa, il 44,9% si è verificato in persone di età compresa tra i 55 ei 75 anni, il 30,2% in persone di età inferiore a 55 anni e il 25% in quelle di età superiore a 75 anni. Nei paesi per i quali erano disponibili i dati dei decessi per sesso, gli anni di vita persi sono risultati del 44% più alti negli uomini che nelle donne. Il tasso di anni di vita persi a causa della pandemia è stato da due a nove volte superiore a quelli che si perdono mediamente con l'influenza stagionale e oltre il 35% in più rispetto agli anni di vita persi attribuibili a patologie cardiache. Gli autori dello studio precisano poi che le stime degli anni di vita persi possono essere sovrastimate o sottostimate a causa della difficoltà di registrare accuratamente i decessi correlati a covid-19 nel Mondo.
Corrado Cimador