Quando gli Stati Uniti introducono nuovi dazi sulle importazioni, la Cina risponde spesso spostando le proprie fabbriche in Paesi non soggetti a sanzioni, mantenendo così la sua posizione dominante sul mercato globale. La Cina detiene l'80% delle esportazioni mondiali di prodotti solari e continua a dominare anche il mercato statunitense. Nonostante le tariffe imposte da Washington a partire dal 2012, le importazioni solari degli Stati Uniti sono triplicate, raggiungendo i 15 miliardi di dollari nel 2023. La maggior parte di queste importazioni non arriva direttamente dalla Cina, ma quasi l'80% proviene da Paesi come Vietnam, Thailandia, Malesia e Cambogia, dove molte fabbriche cinesi hanno trovato nuove sedi. Negli ultimi 18 mesi, la Cina ha avviato almeno quattro nuovi progetti di produzione solare in Indonesia e Laos, con ulteriori espansioni previste. Questi stabilimenti producono un totale di 22,9 gigawatt di energia, destinata principalmente agli Stati Uniti, che rappresentano il secondo mercato più grande dopo quello cinese. La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha determinato un calo del 42% dei prezzi dei pannelli solari cinesi nel 2023, rendendoli il 60% più economici rispetto ai prodotti statunitensi. Nell'ultimo decennio, la produzione di energia solare si è concentrata sempre più in Cina, che ha investito oltre 50 miliardi di dollari in questo settore, generando più di 300mila posti di lavoro. A fine 2023, la Cina produceva 861 gigawatt di moduli solari all'anno. Anche se l'Europa rimane il principale mercato per questi prodotti, la sua quota è scesa al 46,35% nel 2023 rispetto al 55% dell'anno precedente.
Corrado Cimador