Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha spiegato che in caso di accordo che garantisca la liberazione degli ostaggi, sequestrati dagli estremisti palestinesi lo scorso 7 ottobre, l'operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, potrebbe essere sospesa. "Il rilascio degli ostaggi è per noi la priorità assoluta", ha spiegato. Philippe Lazzarini, commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, in un'intervista esclusiva ha intanto spiegato che Tel Aviv "sta preparando un'operazione militare su larga scala a Rafah".
Al contempo però i media israeliani riferiscono che in settimana la Corte penale internazionale porrebbe emettere un mandato d'arresto per il premier, Benjamin Netanyahu, per il ministro della Difesa, Yoav Gallant, e il capo delle Forze di difesa israeliane, Herzi Halevi. Ai tre esponenti di spicco di Israele viene contestato il modo in cui stanno gestendo la guerra a Gaza. Secondo il portale Walla, il capo del governo ha fatto telefonate continue per convincere Washington a bloccare qualsiasi decisione della Corte dell'Aja e gli Stati Uniti quindi si stanno impegnando in questo senso. Le pressioni di Netanyahu comunque rappresentano un ulteriore deterioramento dell'immagine internazionale dei vertici di Tel Aviv.
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