Alla fine, ha vinto il presidente Hashim Thaci: il Kosovo avrà un nuovo governo senza passare dalle urne, come invece chiedeva a gran voce Albin Kurti, primo ministro uscente e leader del movimento nazionalista e riformista Vetevendosje.
Kurti è stato sfiduciato dopo pochi mesi di governo dagli ex alleati della Lega democratica del Kosovo, scontenti della gestione dei rapporti con l'alleato americano che chiedeva la soppressione dei dazi doganali sui prodotti serbi che hanno portato al blocco totale del dialogo tra Pristina e Belgrado.
Dopo la caduta dell'esecutivo, avvenuta lo scorso marzo nel pieno della crisi coronavirus, Vetevendosje ha chiesto ripetutamente di andare alle urne, ma Thaci ha invitato invece gli altri partiti a cercare una nuova maggioranza in parlamento. Ne è nata una disputa risolta nei giorni scorsi dalla Corte costituzionale, che ha dato ragione al presidente dando luce verde alla creazione di un nuovo governo.
Il nuovo premier, Avdullah Hoti, viene proprio dalle fila della Lega democratica, e dovrebbe ottenere il supporto e i voti anche dell'Alleanza per il futuro del Kosovo di Ramush Haradinaj e vari partiti minori tra cui la Srpska Lista, partito di riferimento della minoranza serba.
Nel suo ultimo atto politico, il governo di Kurti ha introdotto nuove controverse misure nei confronti delle merci in arrivo dalla Serbia, che secondo le nuove disposizioni, devono riportare la dicitura “Repubblica del Kosovo” sui documenti doganali. Una misura fortemente criticata sia da Thaci che da Miroslav Lajcak, rappresentante UE al dialogo Belgrado-Pristina.
Francesco Martino