Sono presenti ormai in gran parte dei tessuti e degli organi di umani e animali, e potrebbero provocare gravi patologie. Sono le micro e nano plastiche, minuscoli frammenti di polimeri, provenienti dai prodotti e dagli imballaggi in plastica, che finiscono nel cibo e nell’aria e penetrano nell'organismo attraverso l'ingestione e l'inalazione, con un impatto sulla salute umana che non è stato ancora pienamente compreso nella sua portata.
Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Environmental Science & Technology”, e condotta da un gruppo di ricerca internazionale, ha raccolto e confrontato dati provenienti dai più importanti studi di settore, mettendo in luce come la presenza di microplastiche nell'aria e nel cibo potrebbe causare problemi di fertilità e altre patologie gravi.
Lo studio mette in luce come microplastiche e nanoplastiche diano il via a una serie di condizioni patologiche, dall'ossidazione all'infiammazione, fino alla neurodegenerazione. I danni e le lesioni ai tessuti sono significativi e possono essere messi in relazione a malattie come cancro, trombosi, aterosclerosi, malattie infiammatorie intestinali e molte altre.
È ancor più preoccupante il fatto che si tratti ormai di un fenomeno diffuso a livello globale: le micro e nanoplastiche si trovano ormai in tutto il pianeta, e penetrano praticamente ovunque nel nostro corpo, in tutti gli organi e i tessuti. Secondo vari studi, nel nostro corpo finisce ogni anno circa mezzo chilo di plastica, con bambini e adulti con più di 60 anni fra i soggetti maggiormente esposti.
La situazione consiglierebbe un’azione decisa contro l'inquinamento da plastica, ma il basso costo della plastica e la sua versatilità, ne fanno comunque uno dei materiali più utilizzati: nonostante i bandi decisi in Europa, ogni anno vengono prodotte quasi 400 milioni di tonnellate di plastica, che in parte finiscono nei mari e negli oceani dove si sgretolano in minuscoli frammenti finendo nella catena alimentare.
Alessandro Martegani