
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proclamato il 9 febbraio 2025 come la prima giornata del Golfo d'America, ricordando che il 20 gennaio aveva firmato l'ordine esecutivo con cui ha chiesto al segretario dell'Interno di avviare le procedure per rinominare l'area degli Stati Uniti che si estende al confine marittimo con il Messico e Cuba, nella zona che in precedenza era denominata Golfo del Messico. Un'azione intrapresa perché " l'area è stata a lungo una delle risorse principali per la nazione", ha spiegato Trump. Allarmanti anche le dichiarazioni del presidente riguardo alla Striscia di Gaza. Nel suo consueto stile improntato alla spregiudicatezza, Trump ha dichiarato di voler "acquistare e controllare" il territorio, sottolineando come i Paesi mediorientali accetteranno di accogliere i palestinesi dopo che ne avranno discusso con lui. Sempre sul fronte della politica estera, il leader della Casa Bianca ha dichiarato che i colloqui con il presidente russo Vladimir Putin sul conflitto in Ucraina stanno facendo progressi, annunciando un incontro tra i due "al momento giusto". Tra una battuta e una provocazione, Trump ha inoltre lanciato l'idea che il Canada possa diventare il 51.esimo Stato americano. Il riferimento alla "linea artificiale" del confine e alle presunte carenze di spesa militare da parte di Ottawa, rappresentano un ulteriore segnale di una visione egemonica del presidente, che sembra ignorare del tutto il concetto di sovranità nazionale. Come se non bastasse, ha annunciato nuovi dazi del 25% su acciaio e alluminio, provvedimento che punta a rafforzare l'industria americana e decisione che rischia di inasprire le tensioni economiche internazionali.
M.N.