Foto: Reuters
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Tra le ragioni del licenziamento del ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, il premier, Benjamin Netanyahu, ha citato le "troppe lacune" e la rottura della fiducia durante il conflitto a Gaza. "Sebbene nei primi mesi di guerra ci fosse fiducia e ci fosse un lavoro molto fruttuoso", ha detto, "negli ultimi mesi questa fiducia si è incrinata". Netanyahu ritiene inoltre che da queste "divergenze i nemici hanno tratto benefici".
Al suo posto è intanto stato nominato Israel Katz, ex ministro degli Esteri. "Lavoreremo insieme per far progredire l'apparato di difesa verso la vittoria e per raggiungere gli obiettivi della guerra: il ritorno di tutti gli ostaggi come missione più importante", ha dichiarato.
"Sono stato licenziato per tre motivi", ha detto intanto Gallant. Ritiene infatti che Israele debba "accettare un accordo per la liberazione degli ostaggi, anche lasciando Hamas a Gaza". L'ex ministro ha inoltre "chiesto che tutti prestino servizio nell'IDF, compresi gli ultra ortodossi" e "un'indagine governativa sul 7 ottobre". Gallant ha poi aggiunto che "l'impegno morale ed etico" del governo israeliano è in ritorno degli ostaggi "rapiti da Hamas. Non c'è e non ci sarà alcuna espiazione per l'abbandono degli ostaggi", ha precisato.
Forti le critiche da parte dell'opposizione: "Scendete in piazza", l'appello del presidente dei Democratici, Yair Golan.
E in segno di solidarietà con il ministro sollevato dall'incarico, migliaia di persone hanno occupato diverse strade di Tel Aviv e appiccato il fuoco. Hanno anche sfondato le barriere di sicurezza per protestare davanti alla residenza del capo del governo, dove sono stati segnalati scontri tra dimostranti e polizia. I manifestanti hanno poi chiesto al successore, Katz, di dare priorità a un accordo sugli ostaggi. Proteste si sono tenute anche fuori dal quartier generale dell'IDF e a Gerusalemme.