"Dobbiamo sfruttare la dinamica attuale per ravvivare il processo di ricerca di una soluzione politica alla crisi siriana", ha affermato il Consiglio dei ministri degli Esteri Ue. "L'Unione ribadisce che la soluzione del conflitto in Siria non può essere militare", ha aggiunto. Ad ogni modo, l'Unione europea condanna fortemente l'uso di armi chimiche in tutto il mondo e sostiene ogni tentativo di prevenzione; ritiene inoltre che sia proprio il regime siriano il responsabile della catastrofica situazione umanitaria nel Paese, in guerra già da 8 anni.
Dalle conclusioni della discussione sulla Siria emerge inoltre che l'Unione "è pronta a prendere in considerazione l'ipotesi di ulteriori misure restrittive contro il regime di Assad anche in futuro, finché continuerà la repressione".
Intanto giunge notizia che gli ispettori dell'Opac, Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, non sono ancora riusciti ad entrare a Duma, in Siria, dove è in programma la missione di indagine sul presunto attacco chimico, "perché' bloccati dalla Siria e dalla Russia". A denunciare il fatto la rappresentanza britannica all'Opac.
Il Cremlino però nega le accuse, affermando che la Russia ha sempre appoggiato un'indagine sul sospetto attacco chimico. Il portavoce del governo russo, Dmitrij Peskov, ha affermato che la Russia, subito dopo l'attacco, ha chiesto "un'indagine obiettiva, quindi le accuse" di Londra "sono infondate". Gli attacchi aerei, effettuati dagli Usa nel fine settimana, sono stati "l'ultima violazione del diritto internazionale", si tratta di un atto di aggressione, ha aggiunto Peskov.
Inoltre, una nave militare da sbarco russa si starebbe dirigendo verso la base di Mosca nel porto siriano di Tartus. Lo rendono noto media locali. Trasporterebbe mezzi corazzati, veicoli da combattimento e autocarri dell'esercito. La notizia non è però ancora stata confermata.