
La riunione odierna assume un'importanza cruciale, potendo configurarsi come un momento decisivo nella risoluzione del conflitto russo-ucraino. La guerra che dura da ormai tre anni ha comportato gravi conseguenze, tra cui la perdita di numerose vite umane, significative ripercussioni economiche e la devastazione di ampie porzioni di territorio in entrambi i Paesi. La missione diplomatica, annunciata dal Presidente statunitense Donald Trump, ha l’obiettivo di promuovere un accordo di cessate il fuoco con la Russia. Il capo della Casa Bianca ha espresso l'auspicio affinché i negoziati in corso conducano a una risoluzione pacifica, ponendo fine alle ostilità. Tuttavia, ha altresì precisato di voler evitare l'adozione di misure coercitive nei confronti della Russia, motivando tale scelta con la priorità attribuita al conseguimento della pace. Ha inoltre avvertito che, in caso di mancata accettazione dell'intesa proposta, saranno implementate sanzioni "devaststanti" nei confronti della controparte. Tale dichiarazione evidenzia la determinazione dell'amministrazione statunitense a perseguire una soluzione diplomatica, pur mantenendo la possibilità di ricorrere a misure punitive qualora le trattative non producano i risultati. Gli incontri di oggi si collocano in una sequenza di colloqui, preceduti da quelli tenutisi a Gedda martedì, tra funzionari di Washington e di Kiev, nel corso dei quali il governo ucraino ha espresso la propria disponibilità ad accettare un cessate il fuoco di 30 giorni con la Federazione Russa, con la possibilità di estendere tale periodo mediante un accordo bilaterale. Ulteriormente, le parti hanno concordato la ripresa degli aiuti militari e di intelligence forniti dagli Stati Uniti a Kiev. Inoltre, è stato espresso l'impegno a concludere l’intesa relativa ai minerali. Mosca ha delineato le condizioni preliminari per l'avvio di negoziati: queste comprendono la rinuncia da parte dell'Ucraina all'aspirazione di aderire alla NATO, l'assenza di forze militari straniere sul territorio ucraino al termine del conflitto nonché il riconoscimento, a livello internazionale, della sovranità russa sulla Crimea e sulle quattro regioni ucraine occupate, sebbene non interamente controllate dalla Russia. Si precisa che le condizioni in questione erano già state precedentemente presentate dal Cremlino in altre occasioni. In un recente comunicato, la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha espresso la ferma opposizione della Russia riguardo all'eventuale dispiegamento di forze di pace europee in Ucraina. La posizione del governo è che tale azione rappresenterebbe un coinvolgimento diretto dei paesi europei in un conflitto militare con la Russia. Zakharova ha inoltre sottolineato che la sola discussione in materia è considerata una provocazione. Secondo la portavoce, tali piani alimentano false speranze nell'esecutivo ucraino. La Federazione Russa, ha aggiunto, considera "inaccettabile" la presenza di qualsiasi forza armata straniera in Ucraina, indipendentemente dalla loro denominazione o mandato, che si tratti di contingenti militari, basi o operazioni di peacekeeping.

Alessia Mitar