Dopo l'accordo climatico, l'UNESCO ed altri la rabbia di Trump si scaglia contro l'Organizzazione mondiale della sanità che chiuso il rubinetto americano si vedrà privata del 15 per cento del proprio bilancio annuale, anche se la decisione del presidente ha bisogno dell'avallo del Congresso. Secondo il capo della Casa Bianca la WHO è venuta meno al suo ruolo principale ed in più si è dimostrata sinocentrica facendo propria la campagna di disinformazioni messa in atto da Pechino. Eppure, quando a metà gennaio la WHO iniziava ad azionare il campanello d'allarme Trump andava sostenendo che il coronavirus fosse un'invenzione dei democratici e della stampa. Anche il presidente cinese Xi Jinping aveva goduto non tanto tempo fa della sua piena fiducia, ma oggi Trump dice che quella era soltanto cortesia allo scopo di facilitare l'accordo commerciale con il paese asiatico. Ad ogni modo negli Stati uniti regna la convinzione che il gesto di Trump sia la sua risposta alle critiche dei giornali per le carenze dimostrate dall'amministrazione nella lotta contro il Covid-19. Finora gli americani uccisi dal virus sono più di 26 mila, un primato mondiale che certo non può far piacere. Il taglio dei fondi alla WHO è un passo nella direzione sbagliata ha dichiarato la presidente dell'Associazione medica americana Patrice Harris. Nel pieno della pandemia questo è un messaggio sbagliato ha aggiunto uno degli esperti del Centro sanitario della John Hopkins University. Negative anche le reazioni nel mondo. Questo non è il momento di ridurre le risorse alla WHO-ha dichiarato il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres, critiche sono state espresse dalla Cina, dal ministro degli esteri tedesco Maas, anche dal premier australiano Morrison che pur condivide alcuni appunti di Trump. Come noto, la scorsa settimana il premier sloveno Janša si è detto d'accordo con il presidente americano che aveva anticipato l'intenzione di punire la WHO, ma il portavoce del governo Jelko Kacin ha detto che la Slovenia dovrebbe dare la precedenza a una sua riforma.
Boris Mitar