Secondo il presidente Donald Trump, gli Stati Uniti fra qualche settimana avranno un vaccino contro il coronavirus. C'è chi pensa che questo annuncio sia solo una speculazione in vista del voto di novembre, ma Trump ormai da qualche tempo parla della imminente possibilità di usufruire del vaccino ed ha negato di dirlo per ragioni politiche, aggiungendo che appena sarà disponibile il Governo sarà pronto immediatamente a distribuirlo.
Vaccino che anche la Cina, primo Paese al mondo a fare i conti con l'emergenza coronavirus, ha rivelato di aver quasi pronto per la distribuzione, tanto che le prime dosi sviluppate dal colosso asiatico potrebbero essere disponibili per la popolazione già a novembre o dicembre. A rivelarlo è stata Wu Guioyhen, esperta del Centro cinese per la prevenzione e il controllo delle malattie. Sarebbero cinque i vaccini sviluppati dalla Cina, attualmente nella fase tre della sperimentazione clinica, che procede senza alcun intoppo.
Frena invece la Germania. La ministra dell'Istruzione e della Ricerca, Anja Karliczek, ha dichiarato: "Non prenderemo rischiose scorciatoie". Secondo Berlino il vaccino potrà essere disponibile per molte persone soltanto a metà dell'anno prossimo. La Karliczek ha sottolineato l'aspetto centrale della "sicurezza" del farmaco ed ha precisato che non c'è alcuna intenzione di prendere "rischiose scorciatoie" nella ricerca, "anche adesso che il mondo sta aspettando" la cura. Ha inoltre aggiunto: "Non devieremo da questa strada né in Germania né in Europa. E ritengo che tutti i Paesi del mondo debbano procedere in questo modo. Molte cose possono succedere nelle prossime settimane. Dobbiamo essere pronti al fatto che non ci sarà un vaccino fino alla metà del prossimo anno". Il ministro tedesco della Salute, Jens Spahn a propria volta ha precisato che "ci sarà una vaccinazione volontaria" e non obbligatoria e che servirà "il 55-65% dei cittadini vaccinati per ottenere l'immunità di gregge".
Davide Fifaco