Niente tornate negoziali con i sindacati del pubblico impiego, almeno fino alla decisione del governo su chi guiderà in futuro la delegazione incaricata di discutere le richieste all'origine degli scioperi. Prima di giovedi erano in programma i confronti, separati, con i rappresentanti delle sigle sindacali coinvolte nella protesta della scorsa settimana; polizia, assistenza sanitaria e istruzione, ma il ministro Koprivnikar ne ha annunciato la cancellazione. Era stato lo stesso Koprivnikar, venerdi, a rimettere il mandato, dopo il nulla di fatto alla tornata negoziale con i sindacati che avevano organizzato lo sciopero del 24 gennaio. Ieri il leader del sindacato istruzione, Branimir Štrukelj, ha definito il passo del ministro un tentativo di temporeggiare e ritardare le trattative. Il governo cerca di sottrarsi alle proprie responsabilità, ha valutato Štrukelj. Anche i poliziotti avevano già confermato la data per il confronto, poi annullato. Kristjan Mlekuš, del sindacato che rappresenta la categoria, esclude comunque al momento un irrigidimento delle attività legate allo sciopero; si aspettanno le prossime mosse dell'esecutivo. Vede nella decisione di Koprivnikar un tentativo di fuggire dalle responabilità, ma anche un senso di impotenza di fronte alle rivendicazioni salariali. Zvone Vukadinović, leader del sindacato che rappresenta la Sanità, individua due possibili spiegazioni per la rinuncia del ministro: ritardare l'avvio delle trattative e guadagnare cosi tempo, oppure cercare di dimostrare che la posizione negoziale del governo non era la migliore; ha reso comunque atto a Koprivnikar, definendolo un buon negoziatore.