Sarkozy ha negato i fatti contestatigli durante l'interrogatorio avvenuto alla sede centrale dell'ufficio contro la corruzione, gli illeciti finanziari e le tasse di Nanterre ed è ritornato a casa dopo 26 ore di custodia. L'apertura dell'indagine risale all'aprile 2013, nata dalla pubblicazione nel 2012 di un documento libico che menzionava un presunto finanziamento da parte del leader libico Gheddafi della campagna elettorale di Sarkozy. Le indagini hanno evidenziato e rafforzato i sospetti finchè nel novembre 2016, durante le primarie del partito, un intermediario aveva affermato di avere trasportato 5 milioni di euro in contanti da Tripoli a Parigi tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007 per consegnarli all'ex segretario generale dell'Eliseo Gueant e poi a Sarkozy, allora ministro dell'interno. Gli inquirenti hanno investigato sulla possibile complicità nella corruzione di pubblico ufficiale straniero e complicità nell'appropriazione indebita di fondi pubblici in Libia, in considerazione del fatto che tali osservazioni confermavano quelle del 2012 dell'ex direttore dell'intelligence militare libica Senoussi davanti al procuratore generale del consiglio nazionale transitorio libico. Inoltre, i libri dell'ex ministro del petrolio libico Ghanem, morto nel 2012 in circostanze misteriose, menzionano l'esistenza di pagamenti a Sarkozy. L'ex finanziere di Gheddafi e uomo di relazioni con la Francia Saleh, recentemente ferito a colpi di arma da fuoco a Johannesburg, in Sudafrica, aveva dichiarato alla stampa francese qualche tempo fa che Gheddafi aveva detto di avere finanziato Sarkozy e che Sarkozy aveva detto che non era stato finanziato, aggiungendo di credere più a Gheddafi che a Sarkozy.