Gli Stati continuano a investire sulla guerra e non sugli strumenti della diplomazia, del negoziato, della soluzione politica, in una escalation militare che può sfuggire di mano e tracimare in un nuovo conflitto mondiale. Per questo alcuni attivisti si sono dati appuntamento questa mattina a Lubiana. E c'erano tutti gli ingredienti per un successo di partecipazione, complice anche una splendida giornata di sole, ma alla fine sono state poche decine, forse qualche centinaio, le persone che si sono presentate, fra essi anche l'ex presidente Milan Kučan. A rovinare la festa, almeno in parte, una manciata di partecipanti con bandiere russe e comuniste, le uniche sventolate insieme alle bandiere palestinese. L'intervento di Aurelio Juri ha raccolto gli applausi di questi due estremi, con la richiesta di adottare per Israele lo stesso trattamento adottato per la Russia: "siamo qui a protestare contro le politiche incoerenti del nostro governo e dell'Unione europea nei confronti di due conflitti chiave dei giorni d'oggi: quello in Ucraina e quello in Israele. Perché non basta più condannare quello che accade, serve qualcosa di più concreto, soprattutto per il conflitto in Palestina, servono provvedimenti importanti e pesanti, tali e quali quanto sta accadendo nei confronti della Russia. Chiediamo al nostro governo di invitare gli amici europei e americani a sospendere le forniture di armi a Israele".
Fra gli interventi anche quello di Alessandro Capuzzo, coordinatore del movimento internazionale "La Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza", che organizza iniziative contro le guerre in tutto il mondo e che lunedì sarà a Trieste. Spiega così quanto sia importante essere presenti a Lubiana: "molto importante direi, io sono stato qui la prima volta nel settembre del 1991, esattamente in questa piazza, con la prima carovana della pace in Jugoslavia. E' una forte emozione essere di nuovo qui a manifestare per la pace, in un momento in cui la guerra rischia di coinvolgere senza ritorno anche i nostri territori. Ricordo solamente che c'è una chiara intenzione della NATO di utilizzare i porti di Trieste, Capodistria e Fiume per nutrire il conflitto in Ucraina e anche quello in Medio Oriente".
Valerio Fabbri