La fame nel mondo è un problema che ci riguarda tutti e che dobbiamo avere la forza di affrontare come una questione di sicurezza, lavorando per la pace. Insieme ai cambiamenti climatici, la fame nel mondo è una delle principali ragioni che spingono le persone a emigrare in cerca di un presente e di un futuro migliori, e spetta a noi, persone privilegiate del mondo sviluppato, trovare soluzioni, anche riducendo le spese per le armi a favore dello sviluppo. Ha parlato così la presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, nel suo discorso di apertura della conferenza internazionale "Per un mondo senza fame", evento conclusivo della XII edizione delle Giornate slovene per lo sviluppo, organizzate dal ministero degli Esteri. Pirc Musar ha voluto sottolineare che quando pensiamo alla fame nel mondo non dobbiamo pensare solo ai conflitti in corso a Gaza o in Ucraina, ma anche a realtà drammatiche come quelle in Yemen, in Sud-Sudan o in Asia, dove le principali vittime sono i bambini, cui vengono negati i diritti più elementari, come quelli alla salute o al cibo. Negli ultimi 20 anni la Slovenia è diventata un importante donatore di aiuti allo sviluppo, in linea con il suo impegno per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e ridurre la povertà. Ma per ottenere risultati, ha detto ancora la presidente, è necessario intensificare la cooperazione internazionale e fare scelte coraggiose. In qualità di madrina del forum, Pirc Musar ha poi consegnato i premi a due studentesse di scuole primarie che hanno partecipato al concorso "Per un mondo senza fame", che dà anche il titolo alla conferenza. Fino a fine giornata al centro culturale Rog di Lubiana si alterneranno politici, esperti, rappresentanti delle istituzioni e della società civile per interrogarsi sul circolo vizioso tra conflitti armati e crisi alimentare, e su come trasformare i sistemi alimentari per costruire un mondo più sicuro. E senza fame.
Valerio Fabbri