Appena insidiatosi il nuovo ministro della salute Janez Poklukar, ha subito la sua bella gatta da pelare dopo la rilevazione del primo caso di variante sudafricana B.1.351 in Slovenia. La persona infetta è stata scoperta nella regione di Maribor dopo il suo ritorno da una vacanza in Africa. Il servizio epidemiologico è risalito a tutti i contatti ad alto rischio che il contagiato ha avuto nei giorni precedenti. Attualmente sei sono le persone in quarantena,delle quali due positive al virus e molto probabilmente anche loro sono state colpite dallo stesso ceppo, visto che sono tornate dallo stesso viaggio.
Per ora, ha detto il ministro, non saranno prese ulteriori misure perché gli epidemiologici hanno garantito la validità del tracciamento, che dovrebbe aver individuato tutti i possibili contatti. Per motivi precauzionali, ha aggiunto, il governo ha concordato con il laboratorio nazionale e l'Istituto di Microbiologia di sequenziare il 30% in più di test PCR a settimana rispetto all'attuale 10%.
Poklukar ha ricordato che l’epidemia continua ad esserci nel paese invitando tutti a rispettare le misure sanitarie e sottolineando l’importanza dell’isolamento nel caso si sospetti di essere ammalati. Suggerimenti che valgono anche per coloro che sono già stati contagiati o sono stati vaccinati perché la variante sudafricana pare non risparmiare anche queste categorie.
In ogni caso il ministro ha invitato a tutti i cittadini ad evitare viaggi non necessari e non ha escluso ulteriori irrigidimenti ai confini. D’altronde in queste ultime settimane le agenzie turistiche slovene hanno iniziato ad organizzare viaggi all’estero e molti sloveni si sono concessi brevi vacanze. Tra questi anche un turista morto a Zanzibar negli scorsi giorni. A darne la notizia il capo delle sedi consolari del ministero degli esteri Andrej Šter che ha detto che l’ambasciata slovena al Cairo ha ricevuto una notifica dalle autorità tanzaniane che un cittadino sloveno era morto sull’isola di Zanzibar dove si trovava in vacanza a causa di complicanza legate al Coronavirus.
Barbara Costamagna