La commissione parlamentare per la politica estera, nell'odierna sessione, ha dibattuto l'aggiornamento della strategia politica estera del Paese, ribadito le priorità tematiche e gli obiettivi, per offrire strumenti adeguati ad affrontare i cambiamenti dei parametri globali. Gli obiettivi basilari della politica estera slovena rimangono pace, sicurezza, prosperità, relazioni bilaterali ordinate, un'Ue forte e un sistema multilaterale, e la riconoscibilità della Slovenia. Tuttavia, la strategia non afferma più che la Slovenia fa parte dell'Europa centrale ed è stata aggiunta la cooperazione con l'Europa orientale.
In apertura dei lavori, il Segretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri, Gašper Dovžan, ha detto che la Slovenia è preoccupata per gli sviluppi connessi alla crisi ucraina e chiede un'attenuazione della situazione. È fondamentale che prevalgano il buon senso e il dialogo e che non vi siano violazioni dei principi a cui l'Europa si è impegnata dopo la caduta del muro di Berlino. Ha anche affermato che la Slovenia si impegna a rispettare il diritto internazionale e i confini che non possono essere modificati unilateralmente e aggiunto che la Slovenia fornirà assistenza all'Ucraina nel quadro dell'adesione all'UE e alla NATO.
Il segretario di Stato Dovžan entrando nello specifico dei lavori della strategia politica estera ha spiegato che oltre ai cambiamenti in relazione agli scenari internazionali, è stata prestata ulteriore attenzione alle "parti non statali, agli sforzi per un Internet libero e aperto, alla sicurezza informatica e alle minacce ibride, alla conclusione di accordi commerciali internazionali, ai cambiamenti climatici e alla transizione verde e digitale". Cresce anche l'enfasi sul ruolo dell'Unione Europea come ambiente centrale, politico, economico, giuridico e valoriale per lo Stato sloveno. Secondo Dovžan, la strategia politica estera tiene conto anche della situazione dopo la Brexit, definisce un ulteriore impegno per la politica di allargamento dell'UE e definisce le linee guida per la cooperazione con la Russia in una situazione mutata. Il segretario di stato ha aggiunto che la rinnovata strategia sarebbe un'utile guida non solo per il funzionamento del ministero degli Esteri e della diplomazia slovena, ma anche per altri ministeri.
Durante la discussione i membri della commissione parlamentare in forza all'opposizione hanno criticato alcuni dei cambiamenti previsti, in particolare il fatto che il testo non definisce più la Slovenia come parte di un nucleo dell'UE e i principi dello Stato di diritto.
Branislav Rajić del partito SAB ha sottolineato l'importanza di definire il posto della Slovenia al centro dell'UE e i principi dello Stato di diritto e ribadito che la sua formazione non sostiene la strategia, ma è pronto a formulare suggerimenti.
Nik Prebil della Lista Marjan Šarec a sua volta ha messo in risalto la questione dello stato di diritto e ha ritenuto che la Slovenia dovrebbe agire in modo più ponderato sulla scena internazionale e avere una politica estera orientata agli obiettivi con l'aiuto di una rafforzata diplomazia economica, culturale e scientifica. La sua collega di partito Lidija Divjak Mirnik ha anche affermato che "non è un bene che la Slovenia si allontani dai paesi centrali dell'UE".
Il parlamentare Matjaž Nemec, al termine della seduta in un comunicato stampa ha rilevato la strategia non affronta adeguatamente le sfide del futuro e che si trattava di un documento ideologico. A suo avviso, questi non riflette i cambiamenti nell'arena internazionale ma quelli nella politica interna.
La presidente della Commissione Parlamentare per la politica estera Monika Gregorič della formazione Konkretno, membro del Consiglio strategico per il rinnovamento della strategia di politica estera, ha affermato che il documento risulta aggiornato soprattutto sulle circostanze createsi nello scenario internazionale, ed è "di altissima qualità", infatti, "risponde a tutte le sfide e agli sviluppi attuali della scena internazionale".
Corrado Cimador