I 5 deputati hanno chiesto alla presidente del partito nonchè ministro dell'agricoltura Aleksandra Pivec di dimettersi dalla guida del Desus. Il capogruppo del partito dei pensionati alla Camera di stato, Franc Jurša ha parlato di dimissioni immediate e irrevocabili per la Pivec e della richiesta avanzata al comitato direttivo del Desus di sfiduciare la presidente, se non si dimetterà da sola. Durante la sua presidenza ha detto Jurša il Desus è diventato il partito degli scandali e questo non possiamo permettercelo e inoltre, contrariamente a quanto aveva affermato al momento dell'elezione, lo scorso gennaio, l'obiettivo di consolidare il partito non solo non è stato raggiunto ma si è addirittura allontanato. Jurša che ha ribadito che le spiegazioni fornite dalla presidente sulle visite alla Vina Kras e al comune di Isola, pagate entrambe da chi l'ha ospitata, non hanno convinto i parlamentari.
Intanto la presidente Pivec non si da per vinta. Non intendo dimettermi, ha commentato, è prematuro prendere qualsiasi decisione in questo momento. Vedremo, ha aggiunto, qual è la soluzione migliore per il Desus. Già in settimana verrà concovata la direzione del partito e il gruppo parlamentare per parlare del futuro del Desus e successivamente prendere delle decisioni a riguardo. La Pivec ha detto di essersi presentata all' incontro con i deputati con tutta la documentazione necessaria, la stessa già al vaglio della Commissione anticorruzione, ma di non aver ottenuto grande riscontro da parte dei colleghi di partito, poco interessati alle argomentazioni. La Pivec ha detto che è pronta ad assumersi le proprie responsabilità se verrà dimostrato che ha agito in maniera illegale. Sui casi che le vengono imputati, ha aggiunto, gode del pieno sostegno del premier Janša.
Ricorderemo che le due visite effettuate a giugno, alla cantina vinicola Vina Kras e al comune di isola in veste ufficiale quale ministro sono state all'origine di dure critiche su chi abbia effettivamente pagato i soggiorni a lei e ai familiari. Aleksandra Pivec respinse subito tutti gli addebiti, affermando di non aver in alcun modo approfittato della posizione per interessi privati, suoi e dei familiari. (ld)