Aleš Hojs mantiene il ruolo di ministro degli Interni, anche dopo la discussione sull'interpellanza, durata 16 ore. 38 i deputati favorevoli alla mozione di sfiducia, 43 i contrari. Hojs si dice soddisfatto del risultato del voto sull'interpellanza, ha inoltre sottolineato che la mozione di sfiducia è stata fortemente ideologica, l'opposizione non è riuscita a raccogliere nemmeno il numero dei voti che aveva annunciato. Nella coalizione, il voto è stato in linea con le aspettative, con alcune opinioni contrastanti dei deputati, conformi alle loro convinzioni e ideologie, ha osservato Hojs. I deputati DeSUS non hanno votato all'unanimità.
L'interpellanza è stata proposta dalla Lista di Marjan Šarec, dai Socialdemocratici, dalla Sinistra e dal Partito di Alenka Bratušek. L'opposizione ha imputato a Hojs soprattutto il fatto di aver abolito il divieto all'esibizione del cantante croato Marko Perković Thompson. Un'accusa dalla quale il Ministro si è difeso affermando che l'interpellanza è motivata ideologicamente. "Non ho e non ho mai avuto simpatie per il regime ustascia", ha detto Hojs in riferimento ai temi nazionalistici che il cantante utilizza durante i suoi concerti.
Secondo il ministro, il dibattito in alcuni momenti era scortese e inappropriato per l'ambiente politico. Hojs spera di non essere stato offensivo, anche se molti deputati - a suo parere - lo sono stati. "È normale, nei dibattiti sugli argomenti ideologici si rischia di andare fuori tema", ha sottolineato. Nel dibattito i deputati sono tornati a parlare anche delle presunte malversazioni nel "caso mascherine" e delle interferenze del ministro sul lavoro delle forze di polizia.
Hojs ha infine annunciato che - molto probabilmente - lunedì incontrerà il premier, Janez Janša, per parlare di un'eventuale futura collaborazione.
E. P.