La Slovenia ha notevolmente ampliato il suo elenco di aree a rischio epidemiologico: inserite nella lista rossa le regioni italiane e croate maggiormente colpite, mentre la Serbia è stata tolta da quella verde. Ridefinendo l'elenco riguardante stati e singole regioni ad alto rischio epidemiologico, il governo sloveno ha deciso di inserire nella lista rossa 14 unità amministrative di Croazia e Italia, tra cui la regione Friuli Venezia Giulia in cui ieri si è registrato un picco di contagi. Rientrano nella zona rossa praticamente tutte le regioni del nord Italia - oltre al Friuli, anche Lombardia, Valle d'Aosta, Piemonte, Emilia- Romagna, Liguria, Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano - nonché' altre regioni del centro e sud Italia. Per quanto riguarda la Croazia, alle sei unità amministrative già rientranti nella fascia rossa, sono state aggiunte altre otto regioni, inclusa la capitale, Zagabria. Immutata la situazione della Regione istriana e quella litoraneo montana che, per il momento, rimangono nella lista arancione. È stato intanto emanato un nuovo decreto, che entrerà in vigore lunedì, nell'ambito delle misure decise per il contenimento dell'epidemia di Coronavirus ai valichi di confine e nei punti di controllo all'interno del Paese. Vista la pessima situazione epidemiologica nei paesi confinanti e la possibilità di un picco di contagi d'importazione, si è deciso d'introdurre nuove misure che prevedono alcune modifiche alle procedure di emissione dei provvedimenti di quarantena. Tra i cambiamenti più rilevanti si evidenzia la possibilità di rientro senza limitazioni per le persone provenienti dai Paesi inseriti nella fascia verde o arancione. Il decreto prevede anche alcune eccezioni; potranno tra l'altro, attraversare il confine senza dover presentare il certificato di negatività al coronavirus ed evitare la quarantena i migranti transfrontalieri dotati di un certificato relativo al rapporto di lavoro in uno dei paesi membri e i proprietari di terreni nella fascia confinaria.
Maja Novak