Congresso nuovo, volti vecchi. Fino a fine febbraio Klemen Žibert era il semi-sconosciuto segretario generale del partito Socialdemocratico, ma da quando è scoppiato lo scandalo per la compravendita di uno stabile a Lubiana da adibire ad aule di tribunale, che portò alle dimissioni di Švarc Pipan, il governo sull'orlo di una crisi esiziale, e il partito a un passo dall'implosione Žibert è stato a lungo sulle prime pagine dei giornali. Le sue dimissioni furono il primo passo verso una qualche forma di riconciliazione, all'interno dell'esecutivo così come del partito. Il quotidiano Delo ha riferito oggi che tra i candidati registrati per il posto di segretario generale figura anche Klemen Žibert, che ha detto di non essere disponibile, nonostante a proporlo come candidato siano stati membri e attivisti del partito, anche della sezione giovanile. Un plebiscito insomma, stando alle sue parole.
Di certo il 13 aprile ci sarà un congresso straordinario che, per foza di cose, dovrà dare delle risposte chiare e nette agli iscritti socialdemocratici così come alla politica nazionale e, in ultima analisi, alla coalizione di governo. Al momento è molto ampio il numero di candidati registrati per scalare la leadership nel partito: 22 i nomi presentati per la carica di presidente, 42 per quella di segretario, oltre a decine e decine di candidati per le posizioni che vanno dalla vicepresidenza al consiglio di presidenza e a quello di sorveglianza.
Non è detto che, come nel caso di Žibert, siano tutti disponibili a dare il proprio consenso per contendersi la posizione, anche perché dalla chiusura delle candidature, slittata di un giorno a martedì prossimo per imprecisate esigenze organizzative, la lente d'ingrandimento dell'opinione pubblica sarà sempre più grande, in vista degli incontri pubblici dove i vari candidati potranno condividere le loro opinioni e visioni sul futuro dell'SD.
Valerio Fabbri