Ancora una settimana per cercare di arrivare a una soluzione nelle trattative fra governo e sindacati di medici e odontoiatri. Questa è la decisione che ha comunicato il vicepremier e ministro degli Sloveni nel mondo, Matej Arčon, al termine della riunione dell'esecutivo, che cerca così di non rompere i ponti di un dialogo che dopo oltre 12 settimane diventa sempre più difficile. Ora è Fides che deve dare il suo assenso ai tempi supplementari di una partita che rischia sempre più di scivolare sul piano politico, date le ripercussioni su tutti i cittadini che andranno comunque a votare fra due mesi.
"Ci auguriamo che una settimana sia un tempo sufficiente" per raggiungere un compromesso, ha detto Arčon, che ha parlato di volontà e desiderio per avere successo in una trattativa che si svolge nella massima segretezza. La ministra della Salute, Valentina Prevolnik Rupel, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione prima del consiglio dei ministri, rifugiandosi in un laconico »faremo quanto necessario per raggiungere un accordo, come vuole la logica«.
Senza dichiarazioni ufficiali, però, rimangono i fatti, che al momento vedono ognuna delle due parti ferma sulle proprie posizioni. L'esecutivo chiedeva di congelare lo sciopero durante la mediazione, mentre Fides non vedeva alcuna ragione per un simile gesto. Nel mezzo delle parti rimane la regolamentazione del sistema salariale per una trattativa che ha, comunque, molti risvolti, dalla determinazione del percorso professionale all'eliminazione delle disparità salariali. Negli ultimi giorni i medici degli ospedali di Isola, Jesenice e Slovenj Gradec si sono rivolti al governo con una lettera pubblica per chiedere condizioni di lavoro normali, mentre dalla maggioranza è intervenuta l'eurodeputata di Movimento Libertà, Irena Joveva, per chiedere a Fides di porre fine allo sciopero.
Valerio Fabbri