Nella lettera che vede come primo firmatario Aurelio Juri, ex deputato e sindaco di Capodistria, si invitano i vertici politici sloveni (il Primo Ministro Robert Golob, la Presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar, la Presidente della Camera di Stato Urška Klakočar Zupančič e il Ministro degli Esteri ed europei Tanja Fajon) a chiedere all'Unione Europea e agli Stati membri di cambiare la loro politica e strategia nei confronti della guerra in Ucraina e a Gaza. All'appello hanno aderito anche la filosofa e sociologa Spomenka Hribar, gli storici Jože Pirjevec e Božo Repe, il filosofo Darko Štrajn e il sociologo Rudi Rizman.
Secondo i rappresentanti “C'è ancora tempo per ritirare il consenso della Repubblica di Slovenia e annullare la missione sul Mar Rosso. Inoltre, se la Russia merita condanna e sanzioni, Israele le merita ancora di più.”
Cosa vi ha spinto a inviare questa lettera e cosa chiedete?
Sentiamo Aurelio Juri: “È un nuovo richiamo al Governo e a tutto il vertice politico sloveno a rivedere la propria politica estera che premia di ipocrisia, incoerenza, di due pesi e due misure soprattutto rispetto alle due crisi più acute del momento. Mi riferisco alla guerra in Ucraina e quella a Gaza. Riguardo alla prima faccio due esempi: in due anni ha fatto due volte meno morti fra i civili rispetto al massacro che Israele sta perpetrando a Gaza e cinque volte meno tra i bambini. Abbiamo condannato la Russia castigandola assieme a tutta l’Unione Europea con tutta una serie di sanzioni e poi con Mosca non si dialoga. Riguardo a Gaza non abbiamo ancora sentito nessuna condanna esplicita nei confronti di Israele, tantomeno proposte di sanzioni per quanto lui rifiuti ogni appello internazionale a finire con questa offensiva. Nuovamente un’altra incoerenza: abbiamo sostenuto fin dal primo momento la denuncia Ucraina alla corte dell’Aia per genocidio contro la Russia e non aderiamo invece alla denuncia del Sud Africa nei confronti di Israele per lo stesso crimine. In più, e questo è l’ultimo avvertimento che facciamo: rischiamo di imbarcarci in una nuova guerra pericolosa con l’invio di navi militari europee a sostegno di quelle americane, britanniche, canadesi ed altre nel Mar Rosso a difesa delle rotte commerciali in quella zona, che sono attaccate dagli Huthi dello Yemen: si sa il perché. Fanno pressione affinché l’Occidente fermi Israele. Quindi bisogna fermare Israele se volgiamo fermare gli Huthi, se non si fa questa cosa rischiamo di imbarcarci in una nuova e pericolosa guerra con lo Yemen e indirettamente anche con l’Iran. Questa è l’intenzione di questo nuovo richiamo.”
Vi aspettate di essere ascoltati questa volta o avete delle perplessità?
Ancora Juri: “Siamo già ormai al quarto appello che facciamo in due anni. I primi tre li abbiamo fatti per l’Ucraina, adesso anche per Gaza. Non c’è risposta. C’è un silenzio da parte del Governo che continua una sua linea errata nel nome dell’unitarietà, delle intenzioni e delle azioni dell’Unione Europea che non portano a nulla. Quindi è tutta una politica sbagliata che noi denunciamo, condanniamo e ci sentiamo in dovere di avvertire prima che succeda il peggio.”