Le violazioni del dirittto dell'Unione europea addebitate dalla Slovenia alla Croazia presentano un carattere accessorio rispetto alla questione della determinazione della frontiera tra Slovenia e Croazia, che rientra nell'ambito del diritto internazionale pubblico, scrive nelle sue conclusioni l'avvocato generale Priit Pikamae che suggerisce alla Corte di Giustizia di dichiararsi incompetente a esaminare il ricorso proposto dalla Slovenia. Si tratta di una controversia frontaliera di carattere internazionale che non rientra nell'ambito del diritto dell'Unione; è dell'avviso che la delimitazione del territorio nazionale non rientra nella competenza dell'Unione, e quindi, della Corte di Giustizia.
Pikamae esaminando le conclusioni della Slovenia, che ha presentato il ricorso per inadempimento, constata che da un lato l'accordo bilaterale e il lodo arbitrale e dall'altro il diritto dell'Unione non rientrano in nessuna delle ipotesi citate nelle quali l'Unione è vincolata dal diritto internazionale. In merito all'accusa slovena di violazione del valore dello stato di diritto e del principio leale di collaborazione, l'avvocato generale considera non pertinenti alla questione della delimitazione dei confini. Dal punto di vista del diritto dell'Unione, ancora l'avvocato, il confine tra i due stati non è stato definito e quindi non ci sarebbe inadempimento croato degli obblighi derivanti dalla politica comune di pesca, del controllo delle frontiere e della pianificazione dello spazio marittimo. L'avvocato, si legge ancora nelle conclusioni, scrive che la Slovenia tenta implicitamente di far eseguire il lodo arbitrale.
Le conclusioni dell'avvocato generale non vincolano la Corte di Giustizia, il suo compito è quello di proporre alla Corte, in piena indipendenza, una soluzione giuridica nella causa per la quale è stato designato. In una nota il Ministero degli esteri sloveno si dice convinto che la Corte di Giustizia, nel pronunciarsi in merito al contenzioso, terrà conto delle argomentazioni giuridiche di Lubiana e non delle conclusioni di Pikamae. Per il Capo diplomazia Miro Cerar quelle dell'avvocato generale sono argomentazioni "deboli", aspettiamo la sentenza definitiva del Tribunale europeo di giustizia, il suo primo commento. (ld)