Foto: BoBo
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Negli ultimi tempi, molti comuni hanno aumentato le rette per gli asili d'infanzia, motivando tale decisione con l'introduzione della riforma salariale. Tuttavia, il governo ha fatto sapere che, grazie a un incremento del 6,4% del contributo forfettario, sono stati messi a disposizione dei comuni fondi sufficienti per coprire i costi della riforma, che entrerà in vigore completamente il 1° gennaio 2028. Di conseguenza, l'esecutivo ha ribadito che l'onere non dovrà necessariamente ricadere sui cittadini. Sebbene i comuni giustifichino l'aumento delle rette degli asili d'infanzia facendo riferimento alla riforma salariale, è importante sottolineare che il contributo forfettario è stato adeguatamente incrementato per far fronte a questa necessità, come chiarito nella risposta alle dichiarazioni pubblicate sulle motivazioni alla base dell'aumento delle rette. Il valore complessivo della riforma salariale è stimato in 1,3 miliardi di euro e comporta effetti finanziari che includono un incremento graduale degli stipendi, il quale non avverrà immediatamente ma sarà distribuito tra il 2025 e il 2028, come previsto dall'articolo 101 della legge sui principi comuni del sistema salariale nel settore pubblico. L'aumento si articolerà in sei tranche programmate. Nel corso di quest'anno, sono previste due tranche (a febbraio e novembre 2025) per un totale di 368,2 milioni di euro. "L'onere finanziario della riforma salariale ricade su Stato, comunità locali ed enti pubblici. Si stima che circa il dieci per cento del costo complessivo della riforma gravi sulle comunità locali" - hanno dichiarato le autorità competenti. Il costo della riforma per le comunità locali sarà quindi, per quest'anno, di circa 36,8 milioni di euro complessivamente per tutte le 212 amministrazioni comunali. "Nel frattempo, quest'anno le comunità locali riceveranno circa 148 milioni di euro in più rispetto al 2024 tramite il contributo forfettario" - ha precisato il governo. Inoltre, è stato chiarito che la decisione sulle tariffe da applicare, così come su eventuali agevolazioni per il pagamento delle rette degli asili, spetta ai singoli comuni. I comuni hanno la facoltà di concedere agevolazioni alle famiglie in base alle proprie politiche locali e alle risorse di bilancio disponibili. In genere, tali agevolazioni vengono applicate per il primo figlio iscritto all'asilo. Per i figli successivi della stessa famiglia, per i quali il pagamento è coperto dal bilancio statale, non sono previsti sconti, come precisato dal governo.

Corrado Cimador