Nell'ultimo trimestre 2020 si assiste nell'Eurozona ad un nuovo peggioramento della situazione economica; la Banca di Slovenia prevede un notevole calo delle attività produttive ed economiche in generale a causa dei lockdown imposti da diversi paesi per contenere la seconda ondata dell'epidemia di coronavirus, il calo non dovrebbe comunque essere così marcato come a primavera. La situazione in Slovenia è simile a quella degli altri paesi dell'Eurozona, rileva l'istituto. Nel bollettino, contenente gli indici macroeconomici, si constata che la ripresa sul mercato del lavoro si è fermata; le sovvenzioni statali alle imprese a difesa dell'occupazione e gli aiuti ai gruppi più vulnerabili della popolazione aumentano il debito dello stato, debito che dovrebbe comunque rimanere nella media dell'Eurozona. A fine del terzo trimestre si era registrato un incoraggiante crescita dell’attività nell'edilizia, un po' meno nell'industria e nel commercio; a novembre però la situazione economica è tornata a peggiorare sensibilmente. Gli indicatori non sono così negativi come mesi fa, c’è però molto pessimismo tra i consumatori, i quali temono un forte incremento della disoccupazione e una notevole stretta ai consumi. La Banca di Slovenia considera molto probabile una crisi di lunga durata soprattutto nel segmento dei servizi, il più colpito dall'emergenza pandemica; va ricordato che prima della crisi questo settore dell'economia garantiva circa il 22 percento dei posti di lavoro e realizzava il 20 percento del valore aggiunto. Anche secondo la Banca Centrale slovena le maggiori possibilità per una normalizzazione risiedono nel rapido sviluppo di un vaccino anticovid e nel suo massiccio utilizzo in tempi relativamente brevi.
Delio Dessardo