Al Sacrario militare di Caporetto è stata commemorata e onorata la memoria delle vittime di “uno dei momenti più drammatici della Prima Guerra mondiale”. La cerimonia, organizzata ogni anno dal Consolato Generale d’Italia a Capodistria, è un'occasione per ricordare i sacrifici dei soldati ma anche motivo di dialogo e riflessione sull’importanza della pace. Le autorità intervenute hanno sottolineato il valore della memoria storica e l’impegno alla cooperazione tra Italia e Slovenia come modello di convivenza pacifica per l’Europa moderna. Il console generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello, durante la commemorazione ha parlato della Battaglia di Caporetto come “un momento cruciale della nostra storia che ha segnato profondamento il destino di molti”.
“Ricordare il passato per non commettere gli stessi errori nel futuro. In quest'anno, anzi negli ultimi anni, si aggiunge anche un significato di pace sperata, auspicata e soprattutto, speriamo, voluta da chi invece è in guerra in questo momento. Noi, ricordando i Caduti di Caporetto, e di tutta la Prima Guerra Mondiale, ricordiamo gli orrori della guerra perché non abbiano più a ripetersi. Purtroppo, lo ricordiamo con più forza in questi anni, perché nella vicina Europa, l'Europa dell'est e nel Medioriente ci sono dei conflitti che assomigliano molto, che possono portare a tutti gli orrori che ci sono stati nel secolo scorso.”
Tra le autorità presenti, è intervenuto anche l’ambasciatore d’Italia a Lubiana, Giuseppe Cavagna, sottolineando l’importanza di ricordare: “il ricordo del passato è un dovere, un dovere nei confronti delle esistenze spezzate di quanti combatterono su questo fronte, da un lato e dall’altro, perché non siano dimenticate e continuino a vivere nei nostri pensieri”.
“La commemorazione, che è una giusta e ormai lunga tradizione, rappresenta un ricordo dovuto per persone che dagli eventi sono state costrette a morire e a uccidere, che, come lascito, lanciano un messaggio: ricordateci, ricordate il nostro sacrificio. Credo che noi dovremmo fare di tutto perché questo non sia stato vano e per non renderlo vano dobbiamo ogni giorno rafforzare tutto quello che facciamo, le nostre attività, i nostri pensieri, per evitare il ripetersi di queste situazioni. Qui siamo in una valle verde bellissima, che cento anni fa era una valle insanguinata, piena di morti e di massacri, e dopo tanti anni, con il sacrificio e anche con l'attività di tante persone che si sono spese per questo, siamo di fronte a due popoli che vivono fraternamente, che vivono uno accanto all'altro e che si tengono per mano. Si tengono per mano camminando verso un futuro di un'Unione sempre più stretta all'interno della comune casa europea e condividono un confine che non è più una linea di divisione, ma è un punto di incontro, un punto di condivisione. E questo, secondo me, è un grande messaggio di speranza di cui dobbiamo essere lieti e che dobbiamo meritare giorno per giorno.”
La collaborazione tra i Paesi è stata messa in risalto anche dal ministro della Difesa sloveno, Borut Sajovic, il quale ha evidenziato l’alleanza tra Slovenia e Italia, del continuo lavoro e aiuto reciproco nel settore della difesa e nelle missioni internazionali di pace, oltre alle iniziative regionali per rafforzare la sicurezza.
La Cerimonia di commemorazione dei Caduti è un simbolo di memoria e pace, “un omaggio a chi ha perso la vita in guerra e un monito per evitare che tali tragedie si ripetano”.
B.Ž.