L'accordo raggiunto dall'Unione europea sull'embargo al petrolio russo non dovrebbe influire in maniera sostanziale sui prezzi dei prodotti energetici in Slovenia. Ad assicurarlo è il premier uscente Janez Janša. Per quanto riguarda i rifornimenti, le società commerciali che provvedono all’approvvigionamento dei derivati petroliferi al nostro paese, ha detto Janša, garantiscono che il greggio non proviene da fonti russe. Se queste rassicurazioni tengono, allora non ci sono motivi di temere complicazioni, ha aggiunto Janša. Più che il petrolio russo e le ridotte forniture conseguenza dell'embargo è il prezzo dell'energia e creare problemi. Se il costo dei prodotti energetici è elevato, un paese esportatore come la Russia può anche venderne di meno ma il guadagno resterà comunque notevole avverte ancora Janša. Per tale motivo vanno cercate soluzioni per calmierare i prezzi, ciò vale anche per i generi alimentari, conseguenza della guerra in Ucraina che destabilizza i mercati internazionali. L'UE deve però in primo luogo trovare un modo per stabilizzare i prezzi dei prodotti energetici.
A proposito di prezzi, a maggio inflazione record nell'Eurozona. I dati parlano di un aumento medio del costo della vita pari all'8,1 percento su base annua, stessa percentuale in Slovenia, che registra il tasso più alto dall'aprile 2002, quando il paese non era ancora nell'UE e nell’Eurozona. Su base mensile in Slovenia inflazione del due percento. Ad influire maggiormente sono sempre i derivati petroliferi, comunica l'istituto centrale di statistica. Nell'ultimo anno il diesel, o gasolio da autotrazione, è rincarato del 40,6 percento, la benzina del 34,8. Hanno fatto la loro parte anche i rincari dei generi alimentari, con oltre l'11 percento. E le previsioni per i prossimi mesi non sono incoraggianti.
Delio Dessardo