Viene evidenziato che la legge approvata a fine 2022 per aiutare l'economia a causa della crisi energetica e la relativa norma che regolamenta i prezzi delle fonti di energia, non comprende tutti i soggetti economici. Sono proprio le grandi aziende e quelle a forte consumo di energia a trovarsi nella posizione peggiore. Non possono contare sui prezzi regolamentati e a causa delle rigide regole non potranno ricorrere agli aiuti previsti dalla legge o nella migliore delle ipotesi soltanto in forma molto limitata si legge nella lettera diffusa dalla Camera di Economia della Slovenia. In base ad una ricerca condotta proprio tra le società in questione, un terzo evidenzia che non può contare sugli aiuti previsti dalla legge a causa delle rigide limitazioni, dell'iter amministrativo complicato, oppure per il rischio di dover restituire l'aiuto finanziario ricevuto. A causa degli alti prezzi delle fonti energetiche oltre due terzi di queste aziende hanno perso competitività sui mercati e, in questo contesto un terzo avverte che sarà costretto a ridurre il volume della produzione o addirittura procedere a licenziamenti. Nella lettera vengono forniti alcuni dati relativi all'importanza di questo segmento della sfera economica: realizza il 34 percento del fatturato netto dell'intera economia nazionale, il 38 percento del valore aggiunto e dà lavoro a un terzo di tutti gli occupati nell'economia. Si tratta di una delle colonne portanti dell'economia slovena, pertanto risulta difficile capire come il governo non riconosca il ruolo strategico delle grandi imprese slovene, che non possono contare su condizioni di gestione uguali a quelle di società concorrenti di altri paesi europei. Tra le disparità riscontrate anche la posizione svantaggiata in cui sono venute a trovarsi le piccole e medie imprese che hanno firmato il contratto di fornitura di energia elettrica prima del 9 novembre 2022 e che quindi non possono contare sui prezzi regolamentati decisi successivamente dal governo. Le associazioni degli industriali e degli imprenditori chiedono al governo di garantire criteri uguali per tutti, in caso contrario si cercheranno soluzioni per vie legali e non si esclude il ricorso ad una verifica costituzionale.
Delio Dessardo