Il genocidio in corso a Gaza è un crimine contro l'umanità, non possiamo rimanere indifferenti, dobbiamo fermarlo oggi, non domani. E' questo il messaggio lanciato dai partecipanti alla manifestazione per la pace a Gaza, andata in scena ieri sera a Lubiana di fronte alla sede del parlamento. Alcune centinaia di persone, attivisti di organizzazioni filo-palestinesi così come personalità della società civile e famiglie normali, hanno voluto accendere delle candele per illuminare le bare simboliche ricavate con la neve. A fare da cornice a questo quadro struggente le bandiere degli Stati membri dell'Ue, un modo per richiamarli a un impegno per porre fine ai conflitti in corso.
L'iniziativa è stata indetta, tra gli altri, dall'Istituto 8 marzo e dal Movimento per i diritti dei palestinesi, primo firmatario della petizione "Ora basta!" (Dost je!), che chiede di porre fine agli attacchi contro Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est. Una petizione sostenuta da oltre 7 mila persone e rilanciata anche dal settimanale Mladina, nella quale si chiede al governo di Lubiana di unirsi alla causa contro Tel Aviv intentata dal Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia dell'Aia, oltre all'interruzione dei rapporti diplomatici e a un embargo sul commercio di armi e attrezzature militari con Israele.
Poche ore prima in un comunicato stampa la responsabile della diplomazia slovena, Tanja Fajon, impegnata a Bruxelles, chiedeva la fine del massacro a Gaza. La preoccupazione principale è innazitutto per la situazione umanitaria, definita catastrofica e allarmante, motivo per cui gli sforzi diplomatici di tutti i paesi europei, prosegue il comunicato, sono concentrati sulla protezione dei civili.
Valerio Fabbri