Un momento della conferenza stampa della ministra degli Esteri, Tanja Fajon. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Un momento della conferenza stampa della ministra degli Esteri, Tanja Fajon. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria

Secondo Fajon l’edizione di quest'anno del Forum di Bled ha superato le aspettative, non solo in termini di numeri, con oltre 2200 partecipanti da 95 paesi e più di 180 relatori da 48 paesi. Ma anche per quanto riguarda il contenuto dei dibattiti, che hanno toccato tutte le sfide principali della comunità internazionale.

Forse anche troppi i temi affrontati, per un piatto ricco che è stato dominato da un dibattito civile e pacifico, ma comunque polarizzante come la Palestina, tema che ha calamitato l’attenzione della prima giornata, anche per le proteste prima dell’inizio, condizionato anche una parte della seconda, e aperto una frattura fra governo e presidente della Repubblica sulla presenza dell’ex ministra israeliana Livni, che si va ad aggiungere alle altre difficoltà. Ma non solo di Medio oriente si è parlato. Russia e Unione europea gli altri due cardini del Forum, declinati in tutte le sfaccettature, dalla sicurezza all’allargamento, dalle sfide sulla transizione energetica alle prospettive del futuro europeo per i paesi dei Balcani occidentali, per i quali l’attenzione è stata massima anche per il possibile ingresso nella Nato.

Foto: Reuters
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Questi tre grandi temi hanno però finito per far slittare in secondo piano altri panel di spessore su tematiche come le dinamiche negli Stati Uniti o nell’Indo-pacifico, ma anche questioni più concrete come il futuro del turismo, la sicurezza energetica e la transizione verde, oltre ai numerosi bilaterali che Fajon ha avuto con i colleghi della regione: uno su tutti quello con il ministro ungherese, Peter Szijjarto, dove si è parlato della crescita dell’interscambio, grazie alla banca ungherese OTP e alla compagnia energetica MOL che sono diventati nei rispettivi ambiti i secondi attori del mercato sloveno. Fajon ha dato appuntamento per l’1 e il 2 settembre del prossimo anno, con l’intenzione di lavorare sempre nella direzione del dialogo per ascoltare opinioni e punti di vista diversi.

Valerio Fabbri

Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
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