Transparency International ha pubblicato l'edizione del CPI aggiornata al 2020. Si tratta di un indicatore che misura la corruzione percepita, in 180 Paesi. La metodologia cambia ogni anno, spiegano, per riuscire a dare uno spaccato sempre più attendibile delle realtà locali. L'Indice si basa su sondaggi e valutazioni di esperti sulla corruzione nel settore pubblico, ognuno dei quali assegna un punteggio da 0, altamente corrotto a 100, per niente corrotto. Nuova Zelanda e Danimarca sono anche quest'anno in cima alla classifica parimenti con 88 punti. Nessuna sorpresa anche nelle parti basse del ranking: Somalia, Sud Sudan e Siria si posizionano agli ultimi posti con rispettivamente 14, 12 e 12 punti.
La Slovenia si ritrova in classifica al 35-esimo posto lo stesso dell'anno scorso, con un indice di 60 punti, mentre la media europea è di 64 e a livello Osce 67. Italia e Croazia seguono a distanza, rispettivamente con 53 e 47 punti e si collocano relativamente al 52-esimo e al 63-esimo posto.
La presidente della Transpareny International Slovenia, Alma Sedlar, ha ricordato che l'anno scorso Lubiana ha adottato due atti importanti: un emendamento alla legge sull'integrità e prevenzione della corruzione e un codice etico per i membri del Parlamento ", ma di non aver ancora concretizzato molto. Sedlar con preoccupazione si chiede, che fine abbia fatto il nuovo programma del governo sulla trasparenza e l'integrità a più di un anno dalla fine del programma precedente e come sta procedendo la stesura della legge relativa ai collaboratori di giustizia. Lo scorso novembre, inoltre, TI Slovenia ha invitato il Ministero della Giustizia ad esprimersi in merito, ad aprire un dialogo pubblico sulla futura regolamentazione della protezione dei collaboratori di giustizia nella lotta contro la corruzione la cui direttiva dell'Unione Europea è entrata in vigore il 16 dicembre 2019 ma finora di non aver ricevuto risposta. La direttiva UE fornisce agli informatori un elevato livello di protezione, con regole ben definite e procedure chiare, come pure obblighi per i datori di lavoro, onde prevenire ritorsioni, una normativa che i Paesi comunitari sono tenuti a includere nella propria legislazione entro due anni.
Transparency International evidenzia inoltre che la pandemia di covid-19 non solo ha causato una grave crisi economica globale ma ha pure aumentato le opportunità di corruzione in molte nazioni del Mondo.
Corrado Cimador