
Sono circa 276 mila le persone che nel 2024 hanno vissuto con un reddito al di sotto della soglia di povertà, 12 mila in più rispetto all'anno precedente. E' questa la sconfortante fotografia condivisa nei giorni scorsi dal Surs, che deve però essere contestualizzata. Perché l'aumento nominale della popolazione in difficoltà, pari al 13,2% del totale, è dovuto anche all'aumento della soglia di rischio, cresciuta di 78 euro e ora pari a 981 euro al mese, con combinazioni particolari in base alle quali per una famiglia di quattro persone - due adulti e due bambini sotto i 14 anni - il fabbisogno domestico sarebbe stato soddisfatto con 2.060 euro al mese, mentre per una famiglia senza figli servivano 1.472 euro al mese. Le cause si possono facilmente identificare nella vita di tutti i giorni, dalle bollette al caro-spesa. Quello che è più difficile identificare riguarda anche l'esposizione al rischio di esclusione sociale, cresciuto di poco meno di un punto percentuale. Gli indicatori che lo determinano sono tre: il rischio di povertà, il livello di deprivazione materiale e sociale, e l'intensità di lavoro molto bassa, fattori che contemporaneamente colpiscono solo una fetta ristretta della popolazione. Rimane il dato di fatto che il rischio di povertà è aumentato, soprattutto quello a lungo termine. Un piccolo segnale incoraggiante, infine, arriva dal numero di persone vulnerabili, che rappresentano lo 0,4% della popolazione, diminuito di circa 2.000 unità rispetto all'anno precedente.
Valerio Fabbri