Una collezione di 400 articoli cui si aggiungeranno nelle prossime settimane le creazioni contemporanee di giovani stilisti per raccontare la moda, lo stile, l'abbigliamento e i costumi dei lubianesi per una carrellata lunga cento anni, che abbraccia due secoli, il diciannovesimo e il ventesimo. A questo serve la mostra "Dal corsetto al giacchetto", inaugurata mercoledì scorso nel Museo civico della capitale per presentare il valore del messaggio dell'abbigliamento attraverso diverse sezioni. Secondo il direttore dei musei e delle gallerie cittadine, Blaž Peršin, la mostra è concepita come una passeggiata attraverso la storia dell'abbigliamento. Su di esso si possono vedere alcuni oggetti e capi di abbigliamento di cui abbiamo già dimenticato l'esistenza, mentre altri mostrano come sono cambiati nel tempo.
Mojca Ferle, autrice e ideatrice della mostra, ha spiegato che la collezione museale dell'abbigliamento della borghesia lubianese è molto varia e comprende oltre 4.500 articoli: dall'abbigliamento esterno e intimo fino ad accessori come cappelli, scarpe, guanti, ventagli e ombrelli. Poco meno di un decimo sono stati selezionati per la mostra, che è divisa in tre sezioni. Molto interessante la sezione dedicata agli abiti legati alle tappe fondamentali del ciclo della vita di allora - battesimo, matrimonio, morte - testimonianza implicita anche di una diffusa cultura cattolica. Non mancano gli abiti da sera e quelli festivi, degli artigiani così come dei negozianti, nonché di personaggi in vista della scena mondana lubianese, attraverso cui è possibile ricostruire interessanti storie personali. Insieme alla mostra, che resterà aperta fino al febbraio 2025, è stato preparato un ricco programma di accompagnamento che comprenderà, tra l'altro, il simposio internazionale Educazione e aspetto dell'abbigliamento, nonché conferenze e workshop.
Valerio Fabbri