Anche i lavoratori migranti devono essere informati della possibilità di poter usufruire dei servizi sanitari presso gli ambulatori per pazienti senza medico di base o di famiglia. Lo sottolinea il garante per la tutela delle pari opportunità, rivolgendosi al Ministero della Salute e all'associazione dei datori di lavoro. Un'informazione, si rileva, che deve essere chiara e riguardante diritti e possibilità per questa categoria di accedere a servizi sanitari adeguati. L'accesso a queste informazioni è fondamentale per garantire unitarietà di trattamento ed evitare discriminazioni. Una comunicazione efficace che, questo anche il parere dell'Organizzazione mondiale della sanità, raggiunga tutto lo spettro della popolazione attraverso un servizio sanitario pubblico, al fine di scongiurare aggravarsi di malattie, invalidità o morte, spiega ancora il garante in un comunicato. In base ai dati dell'Ufficio centrale di statistica, a fine ottobre 2019, quindi alcuni mesi prima dello scoppio della pandemia di Covid 19, l'11 percento della popolazione attiva in Slovenia con un contratto di lavoro era costituito da migranti, numericamente circa 100 mila persone. Si tratta di soggetti che, a causa della scarsa conoscenza della lingua slovena, rischiano di trovarsi in situazioni nelle quali non riescono ad accedere in maniera semplice a informazioni comprensibili ed esaustive riguardanti le possibilità di accesso ai servizi sanitari primari, il che è contrario alla legge. Per tale motivo, il garante si è rivolto al Ministero della Salute e ai datori di lavoro affinché' anche a questa fascia di lavoratori, che dispongono dell'assicurazione sanitaria, ma non del medico di base, venga garantito un adeguato trattamento, con un rapido accesso alle necessarie informazioni per tutelare i loro diritti.
Delio Dessardo