La digitalizzazione ha permesso alla radio di offrire nuove modalità di fruizione come lo streaming online, le app dedicate e i podcast, ma nessuna transizione è mai lineare. Per questo il ministero della Cultura, in collaborazione con il Consiglio per la radiodiffusione della Slovenia, ha raccolto intorno allo stesso tavolo le numerose anime che ruotano attorno al mondo radiofonico sloveno.
Quale sia l'importanza della radio oggi e perché continui a essere un mezzo così influente dipende da molti fattori, alcuni dei quali esulano dai cambiamenti tecnologici che anzi spesso portano benefici. Come ha detto Aleš Lipičnik, deputato di Movimento Libertà intervenuto come esperto di settore, le medicine non sono mai buone né piacevoli, ma a volte sono necessarie e inevitabili. Più che alla radio in sé il riferimento era allo stato di salute dell'informazione pubblica, dove secondo lui serve maggiore responsabilità per rinvigorire una situazione problematica.
E spesso le criticità riguardano anche questioni abbastanza pratiche, come ad esempio la rigida regolamentazione, fiscale e non, che le radio locali slovene devono affrontare, come rilevato dalla testimonianza di Boris Sušin, secondo cui questo sfavorisce sperimentazione e innovazione, fondamentali per tenere il passo con la modernità. Nik Goodman, consulente musicale e radiofonico britannico, ha detto che la frammentazione è ormai un dato di fatto, ma questo non è necessariamente un male. Secondo lui, infatti, ad avere successo saranno le stazioni-radio di nicchia, con professionisti in grado di utilizzare la tecnologia e fare compagnia agli ascoltatori. Perché in fondo, ha concluso Goodman, il vero business non sono le stazioni radio, ma le comunità che si creano attorno ad esse.
Valerio Fabbri