Ha cominciato nelle settimane scorse il Narodni dom di Maribor, adesso la protesta si è allargata a macchia d'olio. Artisti, attori, musicisti, poeti, tutti insieme hanno deciso di accendere un faro sulla situazione della cultura e dello spettacolo dal vivo, uno dei settori più colpiti dalle restrizioni per fronteggiare l'emergenza sanitaria. Con gli ultimi allentamenti decisi dal governo sloveno cinema e teatri nel Paese hanno la possibilità di riaprire, ma le misure di sicurezza antiCovid sono severe. Trenta metri quadri a persona e comunque non più di dieci spettatori in sala, come conferma anche lo Stabile di Capodistria, che per ora preferisce portare avanti la sua programmazione online, e concentrarsi piuttosto sul festival d'estate, in calendario a luglio e agosto, su palcoscenici all'aperto. "Non siamo negazionisti del virus e non ne sottovalutiamo la pericolosità, né ci opponiamo a disposizioni fondate, ma non possiamo accettare divieti insensati che non fanno che acuire la crisi in cui versa il settore della cultura", hanno spiegato gli organizzatori del flash mob. Convinti che siano possibili altre strategie per poter riprendere a fare spettacolo nella più totale sicurezza anche al chiuso. Strategie da inviduare sulla base di un dialogo con le categorie interessate, e non, come ancora si sono espressi, "di decisioni politiche unilaterali che nulla hanno a che fare con l'epidemia e la tutela della salute".
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