Slovenia politicamente divisa alla vigilia della giornata dello Stato che ricorda il 25 giugno del 1991 quando venne proclamata l'indipendenza dalla federazione jugoslava. La celebrazione solenne si terrà questa sera alle 21 in piazza del Congresso a Lubiana dove è atteso l'intervento del capo dello stato Borut Pahor. Non ci saranno nè la Sinistra nè la Lista Marjan Šarec, fortemente critici nei confronti della politica del Govero Janša. La mia assenza, ha motivato l'ex premier Šarec, vuole essere un gesto di deligittimazione nei confonti dell'esecutivo, non è ammissibile partecipare ad una cerimonia quando parte della cittadinanza settimanalmente è in strada a protestare protesta contro il Governo.
La Sinistra parteciparà invece alla contomanifestazione organizzata in Piazza Prešeren a Lubiana, due ore prima, dall'Attivo degli operatori culturali, che a sua volta invita a boicottare la manifestazione ufficiale. L'organizzazione in queste settimane aveva inscenato una serie di proteste di fronte al Ministero della cultura, per manifestare la sua insoddisfazione con le politiche messe in atto dal dicastero per far fronte ai problemi della cultura in tempo di crisi.
Il premier Janša ha, dal canto suo, definito indecenti gli inviti alla contromanifestazione, un evento, ha aggiunto, che esula dai confini della normalità e della civiltà. Janša comunque era intervenuto in qualità di oratore solenne alla cerimonia alternativa organizzata 4 anni fa in occasione del 25 giugno dall'Associazione per i valori dell'indipendenza slovena. Prima della cerimonia ufficiale sono previste anche le sedute solenni della Camera di Stato e del Consiglio di Stato. Quest'anno nel rispetto delle norme anticoronavirus le manifestazioni vengono organizzate in modalità contingentata, presenze limitate al massimo a 500 persone per permettere il distanziamento sociale. (ld)