I manifestanti del settore sanitario infermieristico puntano il dito verso il governo accusandolo di aver trattato con disparità durante i negoziati le diverse categorie del settore pubblico. Ritenendosi penalizzati inquanto il governo non ha attuato gli aumenti salariali richiesti limitandosi a dire che questi sono già stati ottenuti con l’accordo del 2021, i sindacati della categoria degli infermieri ricordano che l’accordo del 2021 ha previsto scatti di una al massimo due categorie salariali per il quale ora viene richiesta la differenza delle quattro categorie, come del resto prevista dall’accordo raggiunto a ottobre dell’anno scorso. “Scendiamo in piazza per essere ascoltati e non più trascurati” affermano gli organizzatori sottolineando come il problema della mancanza dei quadri, l’esaurimento dovuto alla mole di lavoro e la svalorizzazione del lavoro stanno proseguendo nel settore. Verrà inoltre posta all’attenzione la decennale problematica della mancata approvazione degli standard e delle normative del settore. Gli organizzatori sottolineano inoltre che hanno deciso di scendere in piazza per difendere i diritti già acquisiti e di fermare i tentativi di congelare altri diritti che dovrebbero essere la base per le modifiche del sistema salariale. I manifestanti si daranno appuntamento alle 14:30 alla Piazza della Repubblica, dopodiché il corteo avanzerà fino alla sede del governo dove interverranno i rappresentati sindacali. Il Ministro della Sanità Bešič Loredan ha ricordato che indipendentemente dalla protesta, le richieste formulate dagli operatori sanitari verranno comunque inserite nel nuovo schema salariale. Sempre oggi i rappresentati del governo e dei sindacati della sanità e previdenza sociale siederanno nuovamente al tavolo delle trattative per definire appunto lo schema salariale.
Dionizij Botter