Presentandosi oggi davanti alle telecamere insieme ai deputati del Movimento Libertà e al segretario generale del partito, il premier Robert Golob ha ricordato che sono trascorsi tre anni dall'uso indiscriminato e incondizionato da parte della polizia a Lubiana di lacrimogeni e altri mezzi per soffocare il dissenso, senza distinzione tra manifestanti e comuni passanti. Ha sottolineato che l'unico politico accusato in questo frangente di ingerenza nella polizia è stato lui. "Non si tratta di ingerenza nel lavoro della polizia, ma di una lotta politica da parte di una 'politica offesa', che Tatjana Bobnar porta avanti dal suo ritiro, avvenuto due anni fa" - ha dichiarato Golob in merito alle accuse che hanno portato alla sua denuncia da parte della polizia. Ha inoltre ribadito la sua fiducia nello stato di diritto, affermando che risponderà e respingerà le accuse per vie legali. "Credo anche che, come nel caso delle accuse di ingerenza nell'arresto di spie russe, che si sono rivelate invenzioni e menzogne, sarò in grado di difendermi anche in questa circostanza" - ha aggiunto. Con queste parole ha risposto anche alle domande dei giornalisti riguardo alla possibilità di assumere responsabilità politica a causa della denuncia.
Golob sostiene che la conversazione tra lui e Bobnar "sia stata un colloquio tra due politici." "È la sua parola contro la mia, tra due politici, e trovo bizzarro che si discuta di una denuncia presentata dalla polizia a causa di ciò" - ha affermato, continuando: "Bobnar è stata colei che, ancora prima delle elezioni e mentre era impiegata presso la polizia, ha cercato di contattarmi, venendo da me due volte di sua iniziativa, e mi ha parlato di una lista di sostenitori dell'ex premier Janez Janša che avrebbe voluto allontanare dalla polizia, se avesse avuto l'opportunità di diventare ministra." Ed è per questo motivo che ha ricevuto il suo mandato"- ha aggiunto.
Infine, ha dichiarato che tutte le accuse formulate contro di lui da Bobnar e dall'ex direttore della polizia Boštjan Lindav si sono rivelate "completamente false". Riguardo alle accuse di ingerenza nell'arresto di spie russe, ha spiegato di non aver potuto rispondere a causa della delicatezza della questione, ma altre testimonianze hanno smentito tali affermazioni. Ha concluso affermando che testimonierà davanti alla commissione d'inchiesta della Camera di Stato non appena riceverà l'invito.
Corrado Cimador