Gli spazi non sono solo quelli fisici, ma anche quelli virtuali, mediatici, di socializzazione, riflessione e creatività. Per una comunità come quella LGBT raccontarsi con una mostra è un momento chiave anche per guardarsi allo specchio e fare il punto su un movimento che, quantomeno a Lubiana, ha raggiunto ormai i quattro decenni di vita. Il percorso iniziò con il Festival Magnus dal tema "Omosessualità e cultura«, un appuntamento preceduto, 7 anni prima, dalla decisione di depenalizzare le relazioni omosessuali consensuali tra uomini in Slovenia, prima repubblica dell'ex Jugoslavia a muoversi in questa direzione. Attraverso documenti, oggetti e testimonianze, la mostra racconta di come individui e gruppi pionieristici abbiano ampliato i confini delle norme sociali e, come movimento civile, segnato irrevocabilmente l'ambiente cittadino e non solo. Corinne Brenko, una delle curatrici della mostra, ai nostri microfoni spiega così come nasce la mostra: »la mostra si propone di fare una mappatura delle persone che sono state coinvolte in 40 anni di attivismo per i diritti politici, per la creazione di spazi per creare un ambiente dove queste istanze di attivismo potessero venire organizzate».
Un movimento quindi che si è evoluto fino a far diventare la Slovenia la prima repubblica post-socialista con una legge paritaria per il matrimonio tra due persone dello stesso sesso, grazie a lunga battaglia conclusasi con una sentenza della Corte Costituzionale del 2022. Corinne Brenko: »In 40 anni sono cambiati i contesti politici nei quali questo movimento si è attivato, sono stati raggiunti traguardi differenti e sono stati fatti passi avanti anche in termini di visibilità, però la lotta continua in contesti differenti e in una società che continua a cambiare, e nella quale i diritti acquisiti non sono sempre garantiti.»
La mostra, che sarà inaugurata domani dal ministro per un Futuro Solidale, Simon Maljevac, la prima persona dichiaratamente omosessuale ad avere funzioni di governo, è dedicata alla memoria di Bogdan Lešnik, intellettuale, psicologo, preside della Facoltà di Scienze Sociali e figura di spicco del movimento pioneristico LGBT che, negli anni '80, tracciò la strada per le future conquiste.
Valerio Fabbri