Trovare un lato positivo in un momento di estrema criticità come quello verificatosi a seguito dell’emergenza sanitaria scaturita dalla pandemia di Covid-19 è difficile, tuttavia, anche se poco confortante il dato positivo arriva dal bilancio dei decessi negli incidenti stradali sulle strade slovene che nel mese di dicembre, indica lo zero. Un dato confortante che negli annali non si registrava dall'indipendenza, vale a dire dal 1991. Secondo la direzione centrale della polizia slovena, si tratterebbe del possibile effetto Covid legato alle restrizioni. Anche gli incidenti con lesioni alle persone sono bruscamente diminuiti. Nel 2020, considerando le limitazioni alla circolazione durante la prima fase del coronavirus e quindi dopo l'estate a quelle decretate per la seconda ondata del virus, il calo di incidenti ha raggiunto il 78% per la mortalità e il 76,8% per gli incidenti con feriti, rispetto al 2019. Nel corso del 2020, sulle strade slovene hanno perso la vita 80 persone, 22 in meno rispetto al 2019 e 11 rispetto al 2018. In particolare, la casella delle vittime per incidenti stradali nel mese di dicembre 2020 è rimasta vuota, mentre l'anno prima si erano registrate 9 vittime e nel 2018, 6. Nel 2020 inoltre è drasticamente diminuito il numero dei feriti da incidenti stradali il bilancio di quelli gravi dell'80% e dei feriti lievi del 72%. La riduzione degli incidenti è di fatto spiegata dal minor utilizzo dei veicoli stradali. Detta in parole povere, nel 2020, l’auto è stata usata meno. Ciò significa comunque che le azioni di prevenzione messe in atto contro il fenomeno degli incidenti stradali, hanno avuto un impatto minimale sulla riduzione degli incidenti stessi. Pertanto, bando ai facili ottimismi: che sulle strade ci siano meno morti, è un’ottima cosa ma questo non implica un vero e proprio cambiamento in termini di sicurezza stradale. Bisogna rendersi conto che una volta sconfitto il virus e tornati alla normalità il problema deve essere affrontato in maniera molto diversa per ottenere risultati reali e tangibili.
Corrado Cimador