Vietati gli assembramenti nei luoghi pubblici e vietato spostarsi, se non per inderogabili urgenze, dal proprio comune di residenza, fissa o temporanea, bisogna scegliere. Il decreto governativo entrato in vigore il 30 marzo consente alcune eccezioni. ci si sposta, rispettando sempre la distanza di sucurezza, per comprovate esigenze lavorative o di salute, per assistere familiari malati e non autosufficenti, per le attività agricole nei campi, per andare per esempio a fare la spesa, andare in farmacia, al distributore, alla posta, al centro per la raccolta dei rifiuti o negozi per animali domestivi e se il servizio o l'esecizio commerciale non si trovano nel proprio comune di residenza. Il decreto governativo consente anche di recarsi alle rappresentanze consolari o ambasciate straniere. Per chi non rispetta i provvedimenti sono previste multe che variano dai 40 ai 400 euro circa.
Tra le domande più frequenti che i cittadini rivolgono al Governo e che sono pubblicate sul sito dell'esecutivo anche il diritto dei genitori separati o divorziati a visitare il proprio figlio che vive in un altro comune. Gli spostamenti per raggiungere i figli - si legge - sono consentiti secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio. In merito a questo aspetto però nei giorni scorsi è arrivato anche il parere del difensore civico Peter Svetina, secondo cui questo articolo sarebbe troppo generico e presenterebbe delle lacune. Per esempio, dice l'ombudsman, è discriminatorio nei confronti dei genitori separati ma non ancora legalmente, che non hanno ancora nessuna disposizione di affido, collocamento o frequentazione dei figli minorenni ma hanno trovato un accordo tra di loro. In nessuna delle eccezioni previste dal Governo ancora Svetina, si specifica meglio il rapporto a distanza separati tra genitori e figli. (ld)