Ieri sera ancora nessuna conclusione, ma l'impiegato dell'Ente per le scorte strategiche, Ivan Gale, le cui rivelazioni hanno sollevato il polverone, è adesso meta di un contrattacco.
Il governo ha affrontato la questione a distanza di sei giorni dalla trasmissione televisiva in cui Gale ha lanciato pesanti accuse alla politica denunciando interventi e pressioni aperte affinché i contratti venissero affidati alle ditte raccomandate. Il premier Janša che finora si è astenuto da commenti ha chiesto rapporti scritti ai ministeri dell'economia, della sanità e della difesa nonché allo stesso Ente per le scorte strategiche. Come noto, all'indomani delle dichiarazioni di Gale subentrato come sostituto al direttore dell'ente Anton Zakrajšek, assente per malattia e poi dimissionario per motivi di salute, l'opposizione ha annunciato la mozione di sfiducia contro il ministro dell'economia, Počivalšek, indicato tra coloro che avrebbero telefonato personalmente o inviato i propri collaboratori a far pressione sullo stesso Gale. Il presidente socialdemocratico Dejan Židan non ha escluso neanche un voto sul governo come tale. Adesso Gale si vede però accusato a sua volta. Secondo il ministro Počivalšek che, tra l'altro, garantisce a Janša la maggioranza di governo dopo la fine della precedente coalizione con Marjan Šarec, sarebbero discutibili proprio i contratti da lui firmati, soprattutto tre conclusi con altrettante imprese nonostante il parere negativo del ministero, o perché' la ditta prescelta aveva una pessima fama, o perché le somme pretese erano a dir poco eccessive. Intanto dal rapporto discusso dal governo sarebbe spuntato un nuovo nome, quello dell'attuale segretaria di stato Jelka Godec, vicepresidente dell'SDS di Janša, che in marzo, quando era ancora deputata in parlamento, avrebbe inviato a vari indirizzi una mail compromettente intesa a far passare un contratto per l'acquisto di ventilatori. Il suo partito ha subito spiegato che si era fatta semplicemente latrice di offerte senza coinvolgersi in altro modo nell'iter decisionale. Ieri, prima della riunione serale del governo, ha commentato tutta la vicenda il ministro della difesa Tonin dicendo che la stragrande maggioranza degli addetti ha lavorato onestamente e che la cosa più importante è che la Slovenia sia riuscita a procurarsi quantità sufficienti di materiale protettivo letteralmente in condizioni di stato di guerra.
Boris Mitar